02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Mondo

Il vino buono (e italiano) passa per Hong Kong ... In Italia il nome è noto solo agli addetti ai lavori. Ma quando il gigante Dhl ha individuato nella distribuzione del vino un segmento su cui puntare ha scelto come partner proprio la livornese Giorgio Gori. Nessun rapporto con il fondatore di Magnolia, fin dagli anni ‘60 la società si è specializzata nel trasporto di bottiglie più o meno pregiate e oggi è un leader mondiale con una quindicina di magazzini in tutti i Paesi produttori (85 mila metri quadri solo in Italia) e 130 milioni di casse divino spedite ogni anno per 270 milioni di fatturato. Nel 2004 Dhl ne ha acquisito il 60% per sfruttare un brand che le case vinicole considerano una garanzia e avere accesso al suo know how: il trasporto e la conservazione di un Brunello di Montalcino o uno Chàteau Lafite richiedono attenzioni specifiche, dall’imballaggio anti-rottura fino al costante controllo della temperatura. Il tutto su volumi non certo di nicchia: Io scorso anno l’export globale ha toccato i 100 milioni di ettolitri, per un valore di quasi 23 miliardi di euro. Ecco perché DhI si è rivolta all’azienda guidata da Giovanni Soriani, che, già forte negli Usa, in Brasile e in Giappone, appoggiandosi alla rete capillare del corriere è sbarcata anche in Canada, Messico, Cina e, appunto, Hong Kong. Dove, nel 2008, il governo ha azzerato dazi e tasse sul vino proveniente dall’estero, fino ad allora al 40%. Nei successivi cinque anni l’isola ha scavalcato Londra come maggiore centro mondiale per le aste di vini, ha messo in piedi una fiera di settore Vinexpo) che attira sommelier da tutto il mondo ma soprattutto ha registrato un’impennata delle importazioni: +41% tra 2010 e 2011, +100% dal 2007 ad oggi. “L’obiettivo è fare di Hong Kong un hub da cui i vini europei e americani vengono smistati in tutta l’Asia”, spiega Kelvin Leung, ceo Dhl Global forwarding per l’Asia Pacific. “In quest’area i consumi sono ancora relativamente bassi, ma è il mercato che cresce di più al mondo e non mostra segni di rallentamento:
nel primo trimestre +48%. Solo in Cina l’anno scorso sono stati importati, stando ai dati doganali, 241 milioni di litri, +65% rispetto al 2010”. È per rispondere a questa domanda che tre anni fa il gruppo, sulla base delle indicazioni della Giorgio Gori, ha trasformato un ex magazzino per il riso (in posizione strategica per le spedizioni via cielo e mare) nel centro specializzato più grande del continente, quasi 2 mila metri quadri con una capacità di 220 mila bottiglie, magazzini a temperatura controllata, umidità stabile al 55% e personale che si occupa anche del trasferimento nella confezione del produttore, dell’etichettatura in cinese e delle formalità doganali per l’ingresso nella Repubblica popolare. Conservando qui il vino, una cantina italiana, francese o californiana può farlo recapitare in qualsiasi parte del Paese, sui camion climatizzati di DhI o per via aerea, entro tre ore. E il timing è fondamentale per una clientela esigente, ancora d’élite e con grandi disponibilità economiche (il vino in Cina è soggetto a una tassa del 52%), che considera una bottiglia d’annata uno status symbol da esibire alle feste o sul tavolo del ristorante. “Ma proprio perché non sempre chi beve un grande vino ha un gusto “allenato”, il nostro lavoro è fondamentale per proteggere i brand dei produttori: se in fase di trasporto o stoccaggio le caratteristiche organolettiche si deteriorano, il cliente finale lo troverà cattivo e non lo comprerà più”, dice Riccardo Pazzaglia, sales & marketing director e membro del board di Giorgio Gori. “li prodotto meno costoso, d’altronde, non essendo invecchiato si rovina ancora più facilmente. Per questo abbiamo messo a punto un materiale isolante con cui avvolgiamo le botti in cui si trasporta il vino sfuso”. In più i controlli lungo tutta la supply chain consentono la tracciabilità dell’origine, tasto dolente a Pechino: anche in questo settore si sta diffondendo il fenomeno dei falsi, Il più contraffatto è il Bordeaux, di cui i cinesi sono i maggiori consumatori mondiali.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su