“Il mercato del vino ha visto, in questi ultimi anni, un cambiamento radicale nei gusti dei consumatori, che ha coinvolto tutto il mondo occidentale. Il consumo di vino da tavola è calato nettamente; è aumentata, invece, la richiesta di prodotti di alto livello. Per questo, ho deciso di rivedere la mission dell’azienda, ponendomi nuovi traguardi e puntando deciso al mercato della qualità”: una vera e propria “rivoluzione” della qualità che Gianni Zonin, una delle firme storiche e più importanti della viticoltura italiana e d’Europa (11 tenute in 7 regioni italiane a maggiore vocazione vitivinicola, oltre alla storica Tenuta di Barboursville nello Stato della Virginia, per una superficie complessiva di 3.700 ettari, di cui 1.800 a vigneto), sta realizzando, dal 1999, con investimenti annui pari al 20% del fatturato (nel 2001, 77,5 milioni di euro). “Il 2002 rappresenta per noi una pietra miliare verso una nuova filosofia produttiva: è l’anno dei primi importanti risultati dopo la svolta radicale, che è partita dalla certezza che l’eccellenza nasca dalla vigna e dalla valorizzazione dei vitigni autoctoni. Per questo, abbiamo avviato, in questi ultimi anni, un’importante campagna di acquisizione di vigneti nelle più vocate regioni italiane - partendo proprio dai territori storici del vino (Toscana, Veneto, Piemonte, Friuli) fino alle zone emergenti (Sicilia e Puglia) - e di “riconversione” di gran parte del nostro vigneto per sviluppare al meglio il concetto di qualità, impegnando un’equipe tecnica tra le più grandi e preparate d’Europa (26 tra enologi e tecnici viticoli)”. “Franco Giacosa, arrivato in Zonin dal ‘97, sicuramente uno dei migliori winemaker a livello internazionale, è riuscito a dare - evidenzia Zonin - una nuova e chiara impronta alla produzione, facendo conciliare la tradizione con l’innovazione e la modernità. I nostri vini oggi hanno una precisa carta d’identità, una personalità definita e grandi potenzialità di sviluppo”.
Ma Gianni Zonin ha anche un altro obiettivo: quello di garantire a tutti la qualità, che non può essere prerogativa di un gruppo ristretto di consumatori ma deve allargarsi al maggior numero possibile di persone: “un concetto di qualità - spiega - che vogliamo progressivamente estendere a tutti i nostri prodotti. Solo un’azienda organizzata come la nostra può raggiungere questo difficile obiettivo”. E per raggiungerlo Gianni Zonin sta investendo, in tutti i più importanti terroir italiani dove ha vigna, nelle potenzialità dei vitigni tradizionali (oltre che, in Usa, nella sua azienda di Barboursville in Virginia, dove sta producendo un Nebbiolo che dimostra grande forza espressiva).
L’azienda vitivinicola più importante d’Italia, e la terza in Europa, ha assunto anche il ruolo di “custode” del territorio nelle regioni in cui è presente con le proprie tenute (Veneto, Toscana, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Puglia e Sicilia): ciò nella convinzione di avere una precisa responsabilità per la salvaguardia e la valorizzazione delle peculiarità storiche e paesaggistiche. “Le nostre fattorie sono presidi di qualità e civiltà rurale, oasi di tradizioni che vogliamo difendere - spiega Gianni Zonin - Sono particolarmente orgoglioso della cura e del rispetto da sempre poste nella gestione delle tenute, tutte di grande rilievo paesaggistico ed architettonico”. Una per tutte, Castello d’Albola, tra le più suggestive residenze rinascimentali toscane, nel cuore del Chianti Classico.
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