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Il Resto Del Carlino

L'intervista a Gianni Zonin: «Puntare sui vini di qualità anche se con pochi mezzi» ... Quasi 16.000 ettari di "nuovo" vigneto possono sembrare molti, ma non lo sono. Così almeno la pensa il più grande vignaiolo italiano, Gianni Zonin, presidente della casa vinicola veneta, con 1700 ettari di vigneto in 6 regioni italiane. «Da alcuni anni il vigneto Italia sta perdendo considerevoli quote di superficie che non vengono rimpiazzate secondo le richieste odierne di mercato. Vi è, infatti, una potenzialità, soprattutto per quanto riguarda le produzioni di qualità, superiore rispetto a quanto la Comunità ci consente di ristrutturare e riconvertire». Quindi servirebbe più superficie. E i soldi bastano? «I 16 milioni ad ettaro di premio previsti dall'Unione per i reimpianti - aggiunge Zonin - sono veramente pochi se si considera che oggi i costi di impianto per il vigneto vanno dai 50 ai 100 milioni/ettaro a secondo delle aree di produzione. Per questo credo che sarebbe opportuno, anche per evitare i pericoli delle eccedenze giustamente temute dall'Ue, di triplicare il contributo (fino a 36 milioni/ettaro) a patto che il viticoltore garantisca produzioni non superiori a 100 quintali/ettaro per tutta la durata di vita del suo impianto. Non solo, ma oggi la qualità a partire dalla vigna è garantita solo da certi sistemi di impianto che richiedono notevoli investimenti». Quindi rese sempre più basse ... «Oggi il solo obiettivo deve essere la qualità, unico asset in grado di garantire la competitività sul mercato. Le eccedenze, infatti, ormai si verificano solo per le produzioni di bassa qualità. L'Unione, quindi, deve incentivare in tutti i modi i vini di qualità che si ottengono a partire da produzioni ad ettaro basse, inferiori ai 100 quintali ad ettaro e, in alcune aree, anche minori».

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