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Il Secolo Xix

Vendemmia difficile: nel 2002 solo due stelle per il Brunello di Montalcino ... "Due stelle" per l'annata 2002 del Brunello di Montalcino. E' questo il rating che, dopo la valutazione dell'andamento metereologico dell'annata e delle caratteristiche chimiche e organolettiche dei vini da parte di una commissione di esperti ed enologi, è stato fissato dal Consorzio del Brunello per quella che si è rivelata, in quasi tutte le regioni italiane, come una delle vendemmie più difficili, scarse e, in definitiva, deludenti degli ultimi quarant'anni. Una decisione peraltro delicata, quella delle stelle (che vanno da una a cinque). Perché in un comprensorio ampio come Montalcino, dove i terreni hanno esposizioni e altitudini diverse, non tutti i produttori hanno avuto la stessa sorte. E se alcuni, come Franco Biondi Santi, nome storico ed emblema del Brunello, hanno già deciso che delle uve Sangiovese raccolte nell’ultima vendemmia faranno solo il Rosso di Montalcino, rinunciando
a produrre il più prestigioso Brunello,
c’è anche chi, come l’estroso e inavvicinabile
Gianfranco Soldera, preleva dalla
grande botte di rovere un piccolo
assaggio di un 2002 generoso nei profumi
e promettente al gusto.
«Dopo tante annate memorabili - osserva
Filippo Fanti, presidente del Consorzio
del Brunello - questa vendemmia ci ricorda
come la campagna sia soggetta a cicli
naturali e ineluttabili. Una delle caratteristiche
del Brunello è la sua capacità di
evolvere nel tempo. Per questo abbiamo
deciso di compiere una scelta di serietà
assegnando due stelle a un’annata in cui
i vini prodotti saranno ottimi da degustare
nei porssimi anni, ma meno indicati per
l’invecchiamento». Se sulla piastrella che
in occasione della manifestazione “Benvenuto
Brunello” viene murata su un fianco
del duecentesco palazzo del Comune,
questa volta l’autore designato, lo stilista
Roberto Cavalli, ha potuto disegnare soltanto
“due stelle”, i 220 produttori di
Montalcino hanno peraltro più di un motivo
per consolarsi. L’annata 1998 che entra
in commercio ora e che è stata ufficialmente
presentata in questo fine settimana
agli operatori e alla stampa, conferma alle
degustazioni il buon livello decretato
quattro anni fa dal rating, “quattro stelle”.
E questo a poche settimane dal trionfo decretato
dalla più autorevole critica internazionale
ai Brunelli della vendemmia ’97,
considerata la “vendemmia del secolo”,
che è valsa al prestigioso vino toscano ben
sette presenze nella classifica dei Top 100
di Wine Spectator, classifica che vede al
terzo posto il Brunello di Montalcino ’97
di Castello Banfi, alle spalle del francese
Chateauneuf-du-Pape ’99 di Guigal e del
californiano Cabernet Sauvignon ’99 Chateau
St.Jean.
Una performance che ha fatto sì che il
Brunello Riserva ’97, che entra in commercio

adesso insieme al Brunello ’98, sia
già stato in gran parte opzionato da importatori
americani, tedeschi e svizzeri.
«Delle annate passate non è rimasto più
niente da commercializzare - riferisce Stefano
Campatelli, direttore del Consozio -
i produttori hanno esaurito il vino. La domanda
del mercato è sicuramente superiore
alla nostra offerta».
Questi risultati rendono meno pesante
il contraccolpo che avrà in ogni caso la
vendemmia 2002, che darà luogo comunque
a un forte calo di produzione. «Chi ha
selezionato le uve vinificando solo quelle
sane e mature, potrà sperare in buon Brunello
- spiega Roberto Guerrini, dell’azienda
Fuligni - di certo la quantità sarà inferiore
a quella degli ultimi anni e il 2002
non sarà un’annata da ricordare». La produzione
sarà più scarsa, conferma Giancarlo
Pacenti: «Nei sette ettari posti a
nord, dopo aver selezionato le uve, avremo
ricavato sì e no 90 quintali, mentre a
sud la vendemmia è andata bene». Giulio
Salvioni, invece, non ha ancora deciso:
«Nel 2001 del mio Sangiovese ho fatto tutto
Brunello. Del 2002, vedrò: forse faro
solo il Rosso».

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