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Il Secolo Xix

Ora si beve meno ma con più qualità. Il Salone del Vino. Torino indaga sui gusti degli italiani ... Gli italiani bevono meno vino che in passato, ma bevono meglio. In trent'anni il consumo pro capite si è dimezzato, da 104 a 49 litri l'anno e oggi su 48 milioni di adulti solo poco meno della metà, il 49%, dichiara di bere vino, il 51% rifiuta il nettare di Bacco. Fra i consumatori, però, c'è uno zoccolo duro di 16 milioni di italiani che ogni giorno mettono in tavola la bottiglia di vino. E gli altri 8 milioni, che non sono consumatori abituali, in genere ricercano la qualità e amano aprire una buona bottiglia negli incontri con gli amici, nei giorni di festa oppure al ristorante.Sono i risultati di un'indagine condotta dal Centro studi Promotor e presentata ieri all'inaugurazione del Salone del Vino in programma al Lingotto di Torino fino al 19 novembre, una manifestazione che solitamente è riservata agli addetti ai lavori, ma che ieri, per la prima volta, con il Wineshow, vero e proprio spettacolo del vino animato dalla musica e dalla comicità della banda di Zelig, ha aperto al pubblico. «Abbiamo voluto creare un collegamento fra le cantine e i consumatori finali», spiega Alfredo Cazzola, patron di Lingotto Fiere. La schiera degli enoappassionati è in crescita. Gian Primo Quagliano di Promotor ne conta oltre 6 milioni. «Se i consumatori abituali non hanno particolari esigenze per la qualità - osserva - gli appassionati bevono meno, ma ricercano l'etichetta di pregio. Sono attenti, informati e in molti casi nei comportamenti anticipano le tendenze del mercato».In generale, il primo bicchiere di vino si colloca fra i 15 e i 20 anni. I consumatori abituali sono più concentrati fra la popolazione anziana maschile, mentre gli occasionali sono più frequentemente giovani e single. Sei italiani su dieci preferiscono i vini rossi, mentre solo tre su dieci prediligono i bianchi. Piemonte, Toscana e Veneto sono le regioni vinicole preferite. Ma le predilezioni cambiano a seconda del grado di conoscenza e di competenza. In generale, dovendo indicare alcuni vini da salvare, gli italiani mettrebbero al primo posto il Chianti (22%), seguito da Barolo e Brunello (12%), e quindi da Pinot, Lambrusco e Barbera (10%). Gli enoappassionati, invece, salverebbero il Barolo (24%), poi il Chianti (20%), il Brunello (19%), la Barbera (14%), il Lambrusco 812%), il Pinot (10%), la Bonarda (7%), il Moscato (6%).Differenti sono anche le valutazioni sui prezzi. Il 9% dei consumatori spende meno di 2 euro a bottiglia, il 6% è arriva a 10 (e più) euro e. La spesa media è di 4,8 euro e sfiora i 6 euro negli appassionati. Il costo del vino di qualità, è un dei temi più dibattuti al Salone di Torino e sarà oggetto oggi di un dibattito.

L'intervista Bouquet: «Orgogliosa del mio Passito»

Carole Bouquet ha accompagnato al Lingotto l'enologo Claude Boudamani, che ieri al Salone del Gusto ha guidato una degustazione di vini tunisini e marocchini sollecitando le sensazioni dei degustatori con giochi di luci e di colori. Boudamani segue le aziende che l'attore Gerard Depardieu possiede nel Nord Africa e nella zona di Bordeaux. Ma è anche il winemaker che cura il Passito che l'attrice francese produce nell'isola di Pantelleria. «Una produzione piccola ma di cui sono orgogliosissima», ha spiegato Bouquet a Il Secolo XIX.Perché una francese decide di produrre vino in Italia?«In realtà mi sono innamorata della terra di Pantelleria, di quella terra dura e arsa. Volevo comprare un pezzo di terra, non pensavo neanche a una casa. Nel 1994 ci sono riuscita e ora possiedo 10 ettari, dove ci sono vigneti, capperi e bosco».Vende il suo Passito?«Solo da due anni. Prima lo facevo per me e per gli amici. Poi è diventata una passione, anche costosa, perché non è facile produrre vino a Panetelleria. Allora ho deciso di commercializzarlo».Con quali risultati ?«Sono entrata sul mercato in punta di piedi, con discrezione. Oggi il mio vino è apprezzato dai clienti e figura nella carta dei migliori ristoranti di Francia. Sono molto soddisfatta».E' appagata da questo successo o ha in mente altri progetti?«Sì ho in mente qualcosa, ma si tratta soltanto di progetti. Quello che è sicuro è che, se investirò, lo farò solo in Italia. Amo molto questo paese. Se ho deciso di fare il vino a Pantelleria, in fondo, è stato per avere un motivo in più per andarci. E se farò qualcosa d'altro, sarà per avere una ragione in più per venire in Italia».

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