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Il Secolo Xix

Le 4 stagioni del vino coltivato e coccolato con Mozart e Vivaldi a Montalcino filari stereofonici ... Non è ancora Brunello, perché l'azienda è giovane e la prima annata del pregiato vino di Montalcino sarà il 2000, che arriverà sul mercato fra un anno. Ma è già un'anteprima di Brunello. Si chiama "Gea", è un rosso della Doc S. Antimo, ottenuto da uve Sangiovese in purezza, coltivate in una valle appartata, a 5 chilometri da Montalcino. E ha una caratteristica che lo rende unico al mondo: è un vino concepito a suon di musica, prodotto da uve che sono maturate sulle note di Mozart e di Vivaldi e si sono difese dai parassiti e dai predatori grazie alla "Quinta" di Beethoven o alla "Cavalcata delle valchirie" di Wagner."Gea"è una delle novità di "Benvenuto Brunello", la manifestazione che tiene a battesimo i millesimi che entrano in commercio quest'anno (Brunello 1999, Rosso di Montalcino 2002, Moscadello 2000) e stabilisce il rating dell'ultima vendemmia, il 2003, che sarà di "4 stelle", valutazione che identifica un'annata molto buona. L'idea di abbinare "vino & musica"è venuta a Giancarlo Cignozzi, avvocato milanese con una ormai trentennale passione per il Brunello.«Quando ero studente - racconta Cignozzi - andavo sempre in vendemmia con gli amici e suonavo la fisarmonica nei vigneti. E' un'idea che coltivo da allora». Anche il desiderio di diventare produttore di vino a Montalcino risale a molti anni fa. «Era l'inizio degli anni Settanta e a un mio cliente capitò l'opportunità di acquistare da un fallimento l'Altesino». Cignozzi gestì la tenuta per tre anni, poi ebbe l'occasione di rilevare, insieme a un gruppo di soci, Caparzio, che recentemente ha ceduto. «Era diventata troppo grande - spiega - e io avevo bisogno di avere qualcosa di piccolo per sperimentare quello che avevo in mente: così ho trovato un magnifico posto vicino a Caparzio ed è nato "Il Paradiso di Frassina"».Da un amico ingegnere Cignozzi si è fatto indicare un tipo di strumentazione in grado di reggere a tutte le intemperie e ha disseminato per i 5 ettari di vigneto della sua azienda 22 casse che riempiono di note la valle. La musica è quasi sempre sinfonica. «Qualche volta faccio un'eccezione», scherza indicando un giovane collaboratore: «Quando lui protesta, metto un disco di Sting». Ma le melodie cambiano a seconda delle stagioni. «In primavera, quando la vite si ammanta di foglie, c'è per 12 ore un sottofondo di sinfonie rilassanti. Potrei dire - aggiunge - che "Gea 2001"è figlia per un 65% di Mozart e per un 25% di Vivaldi, Boccherini e Telemann. Ma prima della vendemmia, nella fase di invaiatura, quando l'acino comincia a cambiare colore, allora cambia anche la musica». E' il momento in cui sul grappolo si avventano i predatori: uccelli, cinghiali, daini, istrici. «Per tenerli lontani, le note non devono interrompersi mai, 24 ore su 24. E le sonorità devono essere forti, prodotte da grandi orchestre con decine di elementi, come nei concerti di Ciaicovskij e nelle opere di Wagner», spiega Cignozzi, convinto che la musica possa diventare un elemento della biodinamica, di un'agricoltura rispettosa dell'ambiente.Per questo ha recentemente avviato una ricerca con l'Università di Firenze e il Cnr, per verificare il fondamento scientifico della sua teoria. «Ho notato che aziende vicine hanno subito l'attacco della peronospora, mentre noi siamo stati risparmiati. Non è detto che il merito sia delle note. Vedremo. Di certo abbiamo visto che nei filari più vicini alle casse acustiche la maturazione delle uve è più avanzata». In ogni caso, considerati i risultati ottenuti in bottiglia, Mozart non può far male. E a chi acquista il suo vino, comunque, l'avvocato raccomanda: «Per favore non bevetelo senza un sottofondo musicale. E' nato in mezzo alle note e con la musica deve morire».

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