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Il Secolo Xix

Lite tra ministri in nome del vino. Alemanno: “il libretto di Sirchia contro l’alcol è uno sciocco opuscolo” … Il libretto contro l’uso dell’alcol che il ministero della Sanità si ripromette di diffondere fra i consumatori italiani? «Uno sciocco opuscolo», parola del ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno.Per un soffio il palcoscenico del Vinitaly, la grande vetrina del vino che ha aperto i battenti ieri alla Fiera di Verona, non è stato teatro di uno scontro in diretta fra due membri del Governo. Il duello non c’è stato perché il ministro della Salute, Gerolamo Sirchia, all’ultimo momento, non ha partecipato alla tavola rotonda su “Vino, benessere e salute” organizzato dalla Coldiretti e dalle Città del Vino, a cui era invitato anche il ministro dell’Agricoltura.

Ma lo scontro politico si è consumato ugualmente, poiché Alemanno è stato durissimo con il collega. «Parlerò con il ministro Sirchia e lo pregherò di non mettere in diffusione questo opuscolo - ha promesso il ministro fra gli applausi scroscianti di una platea costituita da produttori e operatori del settore - e, in mancanza di una risposta positiva, chiederò di discuterne in Consiglio dei ministri». Il libretto della discordia, a quanto trapelato, conterrebbe infatti affermazioni e slogan che paventano danni gravi o irreparabili all’organismo anche per il consumo di pochi grammi di bevande alcoliche.

Alemanno ha spiegato di aver chiesto al responsabile della Salute di «concordare insieme questa campagna, cosa che non è stata fatta». Sirchia, infatti, ha deciso di varare la campagna anti-alcol per il 21 aprile. Ma il ministro delle Politiche Agricole giura che darà battaglia e un primo risultato lo ha già ottenuto ieri sera. «L’opuscolo – ha rivelato - è stato oscurato sul sito del Governo un’ora fa». Dalla sua parte si sono schierati ieri anche gli esperti, secondo i quali, mezzo bicchiere o un bicchiere di buon vino a pasto non solo non nuoce, ma fa bene alla salute. Giuseppe Rotilio, docente di Scienza della Nutrizione, ha ricordato le grandi virtù dei polifenoli a beneficio del sistema cardiocircolatorio e la loro funzione antiossidante. E sotto questo profilo, assicurano gli scienziati, i vini italiani sono anche più ricchi degli altri. In un Chianti, per esempio, c’è il doppio di Quercitina che in un californiano e quattro volte tanto rispetto a un Bordeaux. E considerando il complesso dei polifenoli, aggiunge il professor Attilio Scienza, «il massimo di concentrazione si ha nel Sangiovese e ancora di più nella Croatina».

Parole confortanti per il mondo del vino italiano, che non conosce una vera e propria crisi, ma accusa un certo rallentamento rispetto alla fase di euforia degli ultimi anni. A livello mondiale, con l’irruzione dei Paesi nuovi (Cile, Australia, Argentina), c’è sovraproduzione. E in Italia ci sono produttori che non hanno problemi e altri che hanno in cantina perecchio invenduto. Un malessere che a Verona suscita diagnosi contrastanti. Ma a Verona si discute anche sulla moda del momento, il gradimento mostrato dal pubblico per i “wine movies”, i film che parlano del vino. Dopo il successo di “Sideways”, è appena uscito il film-documentario di Jonathan Nossiter, “Mondovino” ed è già in preparazione “A Good Year” ad opera di Ridley Scott, il regista de “Il Gladiatore” e di “Thelma & Louise”. “Sideways” ha sicuramente giovato alla conoscenza del vino californiano. «Un film americano che pretende di insegnare la cultura del buon bere? E’ paradossale - esclama Marco Caprai, produttore di un vino molto tipico, ma di successo internazionale, il Sagrantino di Montefalco - provate a rivedere “La dolce vita” o “Il sorpasso”: il nostro patrimonio era già tutto lì». Gli americani, però, sono stati «più bravi a capire che dopo aver imparato a fare i vini, comunicare è il secondo passo». E in un momento di crisi, come questo, conclude il produttore umbro, «l’Italia deve recuperare i suoi sogni. Abbiamo vino, arte, cultura, cibo, qualità della vita: bisogna investire nei nostri punti di forza senza andare a cercare modelli che non ci appartengono».

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