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Il Secolo Xix

Curiosità e debutti in fiera a Verona. Bottiglie colte, politiche e ... porno ... Vinitaly è anche la fiera delle curiosità. Fra gli stand e i banchi d’assaggio i visitatori potranno scoprire, ad esempio, la bottiglia più sicura, più inaccessibile ai falsari: il Brunello di Montalcino di Ciacci Piccolomini d’Aragona, che per difendersi dall’eno-pirateria, ha posto sulla capsula un ologramma, come quello delle banconote. Ma troveranno anche la bottiglia più tecnologica, nello stand di Arnaldo Caprai, che per la nuova linea di vini da collezione, Contemporare, ha adottato in via sperimentale “SmartCorq”, un tappo fornito di microchip che consente di immagazzinare dati relativi alla vendemmia, al produttore, agli abbinamenti con il cibo. La bottiglia socialmente più impegnata è sicuramente il vino anti- Mafia “Centopassi”, un Nero d’Avola prodotto dalla cooperativa Placido Rizzotto nei terreni sottratti a Cosa Nostra, mentre la più costosa è la magnum di Schidione “III Millennio” Vendemmia ’97, un blend di Sangiovese, Cabernet e Merlot prodotto da Jacopo Biondi Santi nel Castello di Montepò (Maremma), acquistabile dal produttore al prezzo di 800 euro. Le bottiglie più colte sono quelle della Lungarotti, che quest’anno, per festeggiare l’ultimo nato, il Sagrantino, porterà al suo stand 20 pezzi rari del Museo del Vino di Torgiano. Ma non sono da meno le etichette di Planeta, che promuove “Viaggio in Sicilia”, un racconto del territorio siciliano attraverso quadri e foto di artisti. Le bottiglie più musicali sono, invece, quelle di Donnafugata: la produttrice José Rallo, valente cantante jazz, propone con la sua band “degustazioni musicali” dei vini. Curiosità fra gli appassionati c’è poi per i debutti che avverrano a Verona. Fra i tanti, il Sagrantino di Terre de La Custodia, firmato dall’enologo Riccardo Cotarella e presentato con un’originale bottiglia ideata da Tosca Sibella Farchioni, vino che segna l’esordio dei fratelli Pompeo e Roberto Farchioni, fra i maggiori produttori di olio; il “Teuto” della Tenuta di Pedernuovo (Pi), il primo vino fatto dai fratelli Lunelli (Ferrari di Trento) fuori dalla regione d’origine; il Brunello di Montalcino 2001 della Fattoria dei Barbi ottenuto da macerazione prefermentativa a freddo delle uve Sangiovese; “Sansonina ‘97”, ottenuto da vecchi vigneti di Merlot della zona di Sirmione da Carla Prospero Zenato; “Perenzo”, Sirah della Fattoria di Magliano, firmato da Graziana Grassini, premiatissimo ancor prima di entrare in commercio. Infine ancora due “bottiglie” particolari. La più pornografica, quella prodotta dalla pornostar americana Savanna Samson con la collaborazione dell’enologo Roberto Cipresso: un blend di Cesanese, Montepulciano e Sangiovese. E, visto che sarà il week end delle elezioni, le bottiglie più politiche, scelte da un sondaggio promosso dal sito Winenews. Il risultato: se fosse un vino, Silvio Berlusconi sarebbe un lombardo Franciacorta. E Romano Prodi, ovviamente, un Lambrusco dell’Emilia.

Vinitaly, un brindisi ai suoi primi 40 anni ... Dal 6 al 10 aprile a Veronafiere
Oltre 4.200 espositori in un’area di 80 mila metri quadrati, 24 mila operatori stranieri provenienti da un centinaio di paesi già registrati. Nuovi padiglioni (il 10 e l’11) e ampie aree di parcheggio. La Fiera di Verona è pronta a ospitare, dal 6 al 10 aprile un Vinitaly da record. La grande kermesse internazionale del vino, a cui è associato il Salone internazionale dell’Olio (Sol), compie, infatti, 40 anni: 40 edizioni che hanno visto la manifestazione diventare uno dei più importanti appuntamenti mondiali del settore, ulteriormente cresciuto nell’ultimo decennio grazie al successo delle vino italiano di qualità.
Sempre di più la manifestazione di Veronafiere si rivolge a un pubblico professionale di addetti ai lavori, operatori, buyer. In quest’ottica Verona ha creato un evento parallelo, Vinitaly for you (e Sol for you), che è rivolto al grande pubblico degli appassionati, dei consumatori, dei curiosi e che si svolge nel Palazzo della Gran Guardia, in piazza Bra, dove vengono organizzati ogni giorno degustazioni guidate, assaggi, seminari, spettacoli.
La fiera professionale, comunque, continua a essere la meta preferita dai cultori del buon bere, perché il numero e la qualità degli espositori presenti, italiani ed esteri, e la varietà delle iniziative (convegni, presentazioni, degustazioni) sono tali da soddisfare ogni curiosità e ogni esigenza. A Veronafiere i vari Paesi presentano, oltre ai vini, il loro territorio. Le regioni italiane esibiscono giacimenti enogastronomici spesso sorprendenti e poco conosciuti. I consorzi delle Doc e delle Docg offrono panoramiche complete della geografia enologica italiana. I produttori del Nuovo Mondo si presentano al pubblico europeo ...
Quest’anno è possibile prenotare e acquistare il biglietto on line (www.veronafiere.it, info@veronafiere.it), con possibilità di accedere alla fiera tramite corsie preferenziali: in questo caso il prezzo è scontato a 30 euro, mentre il biglietto intero alle casse costa 35 euro e l’abbonamento a 5 ingressi 80 euro. E’ consigliabile prima di inoltrarsi fra i padiglioni orientarsi sulla mappa dell’esposizione, consultando eventualmente il catalogo con i nomi e la posizione degli espositori. Il tour attraverso le terre del vino è reso più agevole dal raggruppamento degli espositori per regioni e Paesi; alcune regioni (come Toscana, Piemonte, Friuli, Trentino, Puglia, Abruzzo, Sicilia) organizzano seminari e degustazioni gratuite o a pagamento: conviene prenotarsi subito, perché vale generalmente la pena parteciparvi ...
Qualcuno parla già di ControVinitaly, per sottolineare il ruolo alternativo delle due manifestazioni - Vini secondo Natura e Villa Favorita - che si svolgeranno in concomitanza con la kermesse internazionale del vino di Verona. In realtà si tratta di produttori che, più che la ribalta di Veronafiere, contestano il modo prevalente di fare il vino oggi: vini tecnicamente perfetti, sempre più omologati dall’uso pesante dei legni e dall’impiego di lieviti industriali, espressione, in molti casi, più della perizia dell’enologo che non della generosità della terra e della personalità delle annate. La composizione del movimento è eterogenea: giovani vignaioli e produttori di lungo corso che hanno deciso di ridimensionare (se non addirittura di bandire) la chimica dal vigneto e dalla cantina, piccolissime aziende oppure nomi blasonati di prestigiosi terroir che condividono questa filosofia. Italiani, francesi (i più numerosi), sloveni, spagnoli, austriaci, tedeschi. Uniti dal desiderio di avere una vetrina a parte, distinta dalla “Babele” del Vinitaly (dove peraltro continuano a essere presenti produttori rispettosi della natura e dell’ambiente, a cominciare da Gianfranco Soldera), per potersi confrontare fra loro e poter dialogare con un pubblico motivato e curioso, aperto alle nuove frontiere. Vini diversi - che stupiscono, talvolta sconcertano, affascinano, fanno discutere - e che quest’anno saranno protagonisti di due manifestazioni distinte, perché, come facilmente accade nei movimenti che puntano a forti cambiamenti, le scissioni sono all’ordine del giorno. Così, dopo due edizioni di Vini Veri a Villa Favorita, a Monticello di Fara (casello di Montebello dell’A4), quest’anno gli eventi saranno due. A Villa Favorita resterà Angiolino Maule (Biancara), che, in disaccordo con gli altri soci di Vini Veri sulla sede della manifestazione, nei mesi scorsi ha lasciato la presidenza. Maule ha creatoun nuovo gruppo, con produttori italiani e stranieri (fra cui una nutrita presenza di produttori di Champagne), che esporranno i lori vini a Villa Favorita il 9 e il 10 aprile (www.villafavorita.it; biglietto da 15 euro comprensivo di guida e bicchiere) e organizzaranno un seminario con Jacques Mell martedì 11. Tutti gli altri soci del gruppo Vini Veri (che ha eletto presidente Teobaldo Cappellano, produttore di Barolo a Serralunga d’Alba) daranno vita, insieme al gruppo delle “Triple A” guidate dal genovese Gianluca Gargano (Velier) e ai francesi della Renaissance des Aoc, a Vino secondo Natura, che si terrà a Villa Mattarana, San Michele Extra, all’uscita di Verona Est, il 6-7 aprile (biglietto 20 euro, con possibilità di sconto sul sito www.viniveri.net ). La lista dei partecipanti è di grande interesse: si va da alcuni esordienti a grandi nomi del Barolo, come Mascarello e Rinaldi, da piccoli produttori emergenti a blasonate aziende come Weinbach, Zim Humbrecht, Clos de la Coulée de Serrant, Domain Bize Leroy (madame Bize Leroy è uno dei titolari di Romanée Conti), Chateau Musar, Movia, da una schiera crescente di italiani, come i pionieri Bea, Radikon, Niccolaini (fra i nuovi ingressi La Stoppa, una delle migliori griffes piacentine, il siciliano Cos), a estrosi vignaiuoli d’Oltralpe, come Léon Barral, Marc Angeli (Domaine de la Sansonnière), Jacques Sallé (Domaine de Quincy), Branco Cotar, Frank Vodopivec. Un opportunità per degustare nelle loro migliori espressioni i grandi bianchi d’Alsazia o gli intensi e minerali vini del Carso e del Collio italo-sloveno, le Granache e i Carignan del sud della Francia, i Pinot Noir della Borgogna, i bianchi da uve Chenin della valle della Loira. (arretrato de Il Secolo XIX del 31 marzo 2006)


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