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Il Secolo Xix

Il “Friulano” in Italia resta “Tocai” ... Un decreto ministeriale consente l’utilizzo del doppio nome. In attesa della sentenza della Corte di Giustizia Ue... Doppia denominazione per il Tocai, ma solo fino al prossimo pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Per i vini a denominazione di origine della regione Friuli Venezia Giulia è consentito l’uso del sinonimo “Friulano” in ambito comunitario ed internazionale, mentre l’utilizzo del nome della varietà di vite “Tocai Friulano” resta esclusivamente per i vini prodotti e commercializzati in ambito nazionale.
E quanto prevede il decreto del ministero delle Politiche agricole, emanato l’1l febbraio scorso e ora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, in esecuzione delle ordinanze del Tar del Lazio. Il testo del provvedimento era stato concordato tra il ministro Paolo Castro e i rappresentanti della Regione Friuli Venezia Giulia per chiudere una lunga fase di contenzioso a livello nazionale tra i soggetti interessati.
Il decreto, come precisato in una nota ministeriale, “rappresenta un atto dovuto dopo che il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, il 17 dicembre, accogliendo alcuni ricorsi aveva dichiarato parzialmente sospesa l’efficacia del decreto ministeriale del 31 luglio (che non prevedeva la doppia denominazione)”. Grande soddisfazione era stata espressa nei giorni scorsi dalla Coldiretti friulana, preoccupata dalla situazione che si era venuta a creare.
I problemi per il Tocai friulano sono cominciati nel 2005: tre anni fa una sentenza della Corte di Giustizia europea stabilì il divieto di utilizzare il nome dopo il 31marzo2007 per tutelare l’indicazione geografica ungherese “Tokaj”, sulla base degli accordi raggiunti con l’Ungheria nel 1993. Venne respinto il ricorso presentato dal Friuli Venezia Giulia e da altri enti, ricordando che le denominazioni “Tocai friulano” e “Tocai italico” indicavano solo il nome di una varietà di vite riconosciuta in Italia, e che pertanto, in virtù delle norme sulla proprietà intellettuale della Wto, in caso di omonimia tra un’indicazione geografica e una denominazione che riprende il nome di un vitigno,è la prima che deve prevalere.
La differenza tra i due vini è rilevante. Quello ungherese è prodotto con uve Furmint ed Harslevelu, che danno un vino passito liquoroso molto alcolico. Il Tocai prodotto in Italia, invece, è un vino dal colore paglierino dorato chiaro, tendente al citrino, profumo delicato e gradevole, sapore asciutto, caldo, pieno, con lieve retrogusto amarognolo.

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