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Il Secolo Xix

Il Novello va intavola ricco di aromi e sempre economico ... Da oggi in commercio 11 milioni di bottiglie. In Liguria
ecco la tradizionale “Luna di Novembre” di Bosoni... Esuberante e ricco di
aromi al naso, fruttato e rotondo al palato,
economico anche se a produrlo è
una casa blasonata, arriva, puntuale
come ogni anno, il Novello 2008,
primo assaggio della vendemmia da
poco conclusa. Ieri sera, a Verona, con
la festosa cerimonia del déblocage
(l’apertura della prima bottiglia) svoltasi
al Palazzo della Gran Guardia, ha
preso il via la manifestazione “Anteprima Novello”,
che coincide con l’immissione
in commercio di oltre 11milioni
di bottiglie prodotte da 246
aziende,perungirod’affaridi52,5milioni
di euro.
Se a Verona, che da quest’anno organizza
l’evento (in passato ospitato
dalla Fiera di Vicenza), pubblico e
operatori potranno, per due giorni,
degustare gran parte della produzione
nazionale, da domani sugli scaffali
delle enoteche e sui banchi dei supermercati
faranno la loro apparizione le
colorate e accattivanti etichette dei
Novelli:Novelli di Barbera, di Sangiovese,
di Cabernet, ma anche di Nero
d’Avola, di Marzemino, di Montepulciano.
Da non confondere con il vino
nuovo, il Novello è un vino a tutti gli
effetti, ottenuto con una tecnica particolare,
quella della macerazione carbonica.
È in pratica il cugino italiano
del Beaujolais Nouveau francese, che
tradizionalmente viene messo in
commercio il terzo giovedì di novembre.
Analoga è la tecnica di produzione.
Le uve, che devono essere perfettamente
sane e mature, non vengono
pigiate subito, come avviene di
solito per il vino, ma vengono collocate
in serbatoi di fermentazione, affinché,
in un ambiente saturato
dall’anidride carbonica che si sviluppa,
gli acini possano restare integri
per 6-8 giorni. Si procede quindi alla
svinatura separando il mosto dal resto
delle uve, che a quel punto vengono
pressate: nei successivi 4-5 giorni si
completa il processo di fermentazione
alcolica, dopodiché si cerca di
facilitare la fermentazione malolattica
(per cui occorrono di solito altri
8-10 giorni), per poter imbottigliare
un vino stabile e fruttato, che dovrà
essere pronto (ogni anno) per il 6 novembre.
Questo procedimento, che conferisce
al vino il caratteristico sapore
amabile e fruttato, fu messo a punto
negli anni ’30 del ‘900 dall’enologo
francese Michel Flanzy, che scoprì casualmente
le possibilità della macerazione
carbonica mentre sperimentava
un sistema di conservazione
dell’uva da tavola in un contenitore a
chiusura ermetica con anidride carbonica.
Il metodo perfezionato da
Flanzy è all’origine dell’exploit del Beaujolais,
che prende il nome da una
zona della Francia in cui predomina il
vitigno Gamay. E in Francia le uve
Gamay sono l’ingrediente obbligatorio
del Beaujolais Nouveau. In Italia
invece, dove il Novello è stato creato
nel 1975 da Giacomo Tachis, all’epoca
enologo della Marchesi Antinori, vengono
impiegate le uve più tipiche di
ogni regione, al punto che su 80 etichette
di Novello monovitigno, 60
sono vini ottenuti da uve autoctone.
Le più usate sono Barbera, Sangiovese,
Corvina (le uve del Valpolicella e
del Bardolino), Montepulciano, Teroldego,
Ciliegiolo, ma tutta la geografica enologica
italiana è presente nella
gamma dei Novelli. “E proprio questa
diversità, che è poi la ricchezza del
“Vigneto Italia”, è un punto di forza
del prodotto, soprattutto in una prospettiva
di export”, osserva Giovanni
Mantovani, direttore di VeronaFiere,
che intende utilizzare l’esperienza di
Vinitaly per promuovere il Novello sui
mercati esteri, che rappresentano
oggi appena il 12%del fatturato.
A fare la parte del leone nella produzione
sono le grandi aziende (sia le
griffes che quelle orientate ai grandi
numeri), da Gruppo Italiano Vini a
Zonin, da Cavit ad Antinori, da Castello Monaci a Sella &
Mosca,mentre
fra le regioni il primato spetta al Veneto
con 3,8 milioni di bottiglie, seguito
dal Trentino-Alto Adige (1,5milioni),
dalla Toscana (1,3 milioni),
dall’Emilia-Romagna (762 mila), dal
Friuli-Venezia Giulia (633 mila). Fanalino
di coda la Liguria: una sola
azienda - segnala la rivista Civiltà del
Bere - per una produzione di 3.300
bottiglie. Il Novello ligure è il “Luna di
Novembre” della Cantina Luna e Bosoni di Ortonovo (LaSpezia), ottenuto
da un blend di Sangiovese, Canaiolo e
Ciliegiolo. “Sono poche bottiglie -
spiega Diego Bosoni - ma per noi è una
tradizione fare il Novello. Lo faceva
già mio nonno: è un po’ come la festa
della vendemmia appena conclusa”.
Vendemmia che quest’anno è stata
meno abbondante,ma buona. “Siamo
contenti - afferma Bosoni - questo Novello
ha buona struttura e, per la sua
categoria, si preannuncia longevo:
può durare bene per un anno intero”.
A decretare il successo del Novello,
vino fragrante e decisamente più abbordabile (il prezzo medio è intorno ai
4,71 euro a bottiglia), infine, sono stati
soprattutto i giovani. Ma da qualche
tempo anche il pubblico degli enoappassionati
più esigenti, che in passato
lo snobbavano per la sua “facilità”, ha
cominciato ad avvicinarsi. Secondo
un sondaggio condotto dal portale
Winenews, il 38% degli amanti del
buon bere ne acquista almeno una
bottiglia all’anno.
Autore: Egle Pagano

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