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IL SETTORE DELL’ACETO CHIEDE LA PROTEZIONE PER IL TERMINE “BALSAMICO”: APPELLO - DAL CIBUS DI PARMA - AL GOVERNO PER DEBELLARE IL NUMERO CRESCENTE DI PRODOTTI IMITATIVI CHE STA MINANDO L’ECONOMIA ED I RISULTATI DEI PRODUTTORI DI QUESTI ACETI

Un progetto congiunto, lanciato dal salone internazionale dell’alimentazione Cibus, per arrivare a debellare definitivamente i tentativi di imitazione: è l’intento del Consorzio per la tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Dop. “Un numero crescente di prodotti imitativi sta minando l’economia e i risultati dei produttori di questi aceti” fanno sapere i consorzi dalla fiera di Parma.

“Un’eccezionale quota di export (l’85% del totale, che si aggira sui 95 milioni di litri) ci rende difficile proteggere - sottolinea il presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena, Cesare Mazzetti - il nostro prodotto i produttori di molti Paesi, attratti dal successo commerciale dell’aceto balsamico di Modena, pensano di produrre localmente un prodotto simile, e lo commercializzano, a bassa qualità e prezzo, con il nome “aceto balsamico”, spesso in italiano e con ampi riferimenti grafici a simboli e usanze tipiche della nostra penisola 8come le colline con i cipressi, la mozzarella e il pomodoro eccetera”.

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