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Il settore delle macchine agricole, che vale 3 miliardi di euro, travolto da una tempesta normativa

L’allarme Federacma: la Legge di Bilancio 2026 non rifinanzia il credito d’imposta Zes Sud Agricoltura e il Fondo Innovazione
FEDERACMA, INVESTIMENTI, LEGGE DI BILANCIO 2025, MACCHINE AGRICOLE, MADE IN ITALY, Non Solo Vino
Il settore delle macchine agricole in Italia vale 3 miliardi di euro

Il settore delle macchine agricole e da giardinaggio italiano, che vale 3 miliardi di euro l’anno, è travolto da una tempesta normativa e finanziaria che rischia di bloccare gli investimenti. Federacma, la federazione aderente a Confcommercio che rappresenta il commercio e i servizi del comparto, lancia l’allarme: la Legge di Bilancio 2026 non rifinanzia il credito d’imposta Zes Sud Agricoltura (50 milioni di euro negli anni scorsi) né il Fondo Innovazione (222 milioni di euro in due anni), mentre l’articolo 26 vieta la compensazione con versamenti previdenziali e premi Inail, rendendo di fatto inutilizzabile il credito d’imposta per molte aziende agricole. Il nuovo credito Agricoltura 4.0, previsto dall’articolo 96, dispone appena 2,1 milioni di euro e non sarà operativo prima del secondo trimestre 2026. Una cifra irrisoria rispetto ai 250 milioni di euro annui storicamente necessari. Per questo, Federacma chiede 400 milioni di euro per il Credito d’Imposta 4.0 e altri 350 per coprire il buco lasciato dalla chiusura improvvisa del Piano Transizione 5.0, che ha bloccato investimenti già avviati.
“Servono almeno 250-300 milioni di euro per non tradire la fiducia delle imprese - avverte Andrea Borio, presidente di Federacma - il Governo deve destinare almeno metà dei 1,3 miliardi di euro disponibili all’agricoltura e garantire che le spese non coperte dal Pnrr siano sostenute con fondi ordinari”. La federazione chiede anche di prorogare al 30 giugno 2026 il termine di consegna dei beni acquistati con credito d’imposta, oggi fissato al 31 dicembre 2025, inserendo la misura nel Milleproroghe. “Così si azzera la possibilità per molte aziende di usufruire del credito - denuncia Borio - parliamo di imprese che hanno firmato contratti e versato acconti, ma i mezzi non arriveranno in tempo. Senza correttivi, il 2026 si aprirà con un blocco totale degli investimenti e il rischio di collasso delle reti commerciali. Sarebbe il colpo di grazia per chi ancora crede nell’innovazione”, conclude Borio.

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