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Il Sole 24 Ore

“Dal Sassicaia la spinta al territorio per diventare riferimento globale” … L’intervista. Priscilla Incisa della Rocchetta Il volto pubblico del grande vino rosso...Priscilla Incisa della Rocchetta appartiene alla famiglia proprietaria di Tenuta San Guido. Ed è il volto pubblico del Sassicaia. Quale è stato il passaggio evolutivo di rottura del Sassicaia che lo ha trasformato in vino iconico internazionale? Il Sassicaia nasce da una visione profondamente innovativa di nostro nonno Mario Incisa della Rocchetta, che già negli anni Quaranta intuì la vocazione di Bolgheri alla produzione di grandi vini rossi. La scelta di impiantare Cabernet Sauvignon a Tenuta San Guido, in un territorio all’epoca considerato inadatto, ispirandosi ai suoli di Graves a Bordeaux, e l’adozione precoce delle barriques per l’affinamento rappresentano una rottura netta con le pratiche vitivinicole italiane del tempo. Ma la vera svolta, che trasforma Sassicaia da esperimento familiare in fenomeno globale, si compie con mio padre Nicolò. Che contributo diede suo padre Nicolò? Nicolò affianca suo padre Mario negli anni Sessanta e, con lungimiranza imprenditoriale, cura a partire dai primi anni Ottanta il percorso nel mercato del Sassicaia, instaurando relazioni dirette con importatori, collezionisti e operatori di tutto il mondo. È proprio grazie alla sua visione e alla capacità di costruire una rete commerciale internazionale coerente con i valori di Tenuta San Guido, che Sassicaia conquista una reputazione solida e duratura. All’apprezzamento del vino da parte dei consumatori finali si affianca il riconoscimento della critica - dal successo ottenuto alla degustazione londinese di Decanter nel 1978 fino ai ioo punti assegnati dal critico americano Robert Parker frutto di una coerenza produttiva e commerciale perseguita senza compromessi. Quale è la connessione fra il vostro Sassicaia e il fenomeno Bolgheri nel suo complesso? La storia del Sassicaia ha rappresentato un punto di partenza decisivo per l’evoluzione di Bolgheri da zona agricola marginale a terroir di riferimento mondiale. L’identità e il prestigio conquistati da questo vino hanno innescato un processo virtuoso che ha coinvolto l’intera comunità locale, e non solo, ispirando nuove progettualità enologiche, investimenti e una crescente consapevolezza collettiva. Oggi BoIgheri conta molti produttori di cui 75 iscritti alla DOC e i vini, negli anni, sono cresciuti in maniera esponenziale sia in qualità che in reputazione creando, di fatto, il marchio Bolgheri. Ma Tenuta San Guido ha contribuito alla costruzione del fenomeno Bolgheri non solo attraverso il vino. Il Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri, istituito nel 1959 da nostro nonno Mario Incisa, è stato il primo esempio in Italia di riserva naturale privata e testimonia un impegno pionieristico nella tutela ambientale, riconosciuto oggi anche a livello europeo. Quanto conta il paesaggio nel suo vostro progetto culturale e imprenditoriale? Tantissimo. Il rispetto per il paesaggio si riflette nella scelta di preservare l’architettura rurale tradizionale e la distribuzione armonica degli spazi agricoli, senza cedere a modelli di sfruttamento intensivo. Questi aspetti sono sempre stati particolarmente a cuore alla nostra famiglia, e naturalmente anche alla mia generazione, composta da quattro cugini oltre a me. Sta a noi ora guidare i nostri figli in questa direzione, per tramandare la nostra filosofia alle generazioni future. E così speriamo anche di essere un esempio per tutto il territorio. In questo senso, Bolgheri è diventata una comunità di cui il vino non è solo l’emblema, ma anche la sintesi di un progetto più ampio. Quanto è utile il consorzio? La alleanza fra produttori vale più nei momenti di crescita e serenità o nei momenti di crisi e durezza? Ogni alleanza tra produttori che condividono la responsabilità di marchi collettivi può rappresentare una risorsa importante per promuovere e tutelare un territorio. Il valore di un consorzio si misura, per esempio, nella sua capacità di mantenere un alto livello qualitativo e di custodire l’identità di un’area, tanto nei momenti favorevoli quanto in quelli più complessi. La condivisione di obiettivi comuni, il confronto tra esperienze diverse e l’impegno per una comunicazione coerente sono strumenti fondamentali per rafforzare la reputazione complessiva di Bolgheri e consolidarne il posizionamento sui mercati internazionali. Come valuta i dazi imposti da Trump nell’accesso al mercato americano? Nel nostro lavoro quotidiano, la qualità del prodotto e la costruzione di relazioni solide e durature con i nostri partner internazionali sono sempre poste al centro. Le dinamiche commerciali globali, che comprendono anche questioni tariffarie e regolamentari, sono certamente rilevanti per chi esporta, mala nostra attenzione si concentra principalmente su ciò che possiamo controllare direttamente: la coerenza produttiva, l’identità stilistica e il rispetto del territorio. Riteniamo che nel lungo periodo siano proprio questi elementi, uniti a una reputazione credibile e a un dialogo costante con gli interlocutori locali, a garantire stabilità e resilienza sui mercati esteri, anche in presenza di scenari complessi.

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