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Il Sole 24 Ore / Agrisole

Un sistema di premi per diversificare gli sbocchi … Che la promozione sia il capitolo più innovativo e forse anche quello più importante dell’Ocm vino ne sono convinti in molti. Ma questo non basta per assicurare una efficace spesa delle risorse. Infatti le prime rilevazioni sui progetti effettuati nei mesi scorsi hanno già evidenziato come due terzi dei progetti si sono diretti a uno stesso mercato: gli Usa. Il tutto mentre gli stessi produttori continuano a ravvisare lo scarso coordinamento fra le iniziative (si veda altro articolo in pagina). D’altro canto la cabina di regìa Mipaaf prevista proprio per armonizzare i progetti ancora non è riuscita a lasciare un segno. “Lo scorso anno è stato il primo vero anno per la promozione extra Ue dei vini – spiega il vicedirettore generale del Mipaaf e componente della cabina di regìa del ministero sulla promozione, Riccardo Deserti –. L’attività delle regioni è entrata a regime e sono stati messi in campo circa 140 progetti per un valore di 35 milioni. Valuteremo ora l’attività svolta in modo da individuare gli eventuali correttivi da apportare”. La sensazione è che i 140 progetti messi in campo dalle Regioni siano un esempio lampante della polverizzazione della spesa. Presupposto di una scarsa efficacia degli investimenti. “La battaglia – aggiunge Deserti – per portare la fetta maggiore di risorse (oltre il 70%) a essere gestita sul piano nazionale è stata una battaglia politica che oggi è difficile modificare. Era anche nell’ordine delle cose che sulla base dell’esperienza sarebbero state avviate delle riflessioni. Non certo per ridurre il potere alle amministrazioni regionali ma per migliorare l’efficacia nella spesa”. Il ministero per le Politiche agricole, già dal primo anno di entrata in vigore della misura promozione aveva però provato a dare degli input fissando dei meccanismi di premialità per favorire in particolar modo l’accorpamento dei progetti. Ovvero per favorire piani che mettessero insieme le forze di aziende di diversa dimensione (riunite anche nella forma delle associazioni temporanee di impresa) e progetti multiregionali. “I progetti multiregionali sono esistiti solo sulla carta – aggiunge il funzionario Mipaaf – mentre gli altri meccanismi di premialità hanno funzionato solo per i progetti gestiti a livello nazionale. Cioè il 30% del totale. All’interno di questa quota sono stati premiati i progetti che hanno richiesto un cofinanziamento più basso del massimo consentito e le iniziative che hanno messo insieme imprese medio grandi dimensioni con aziende di piccole e piccolissime dimensioni. Indicazioni che in futuro dovranno essere recepite anche in periferia”. Al Mipaaf sono convinti che l’indicazione più importante da fornire agli operatori in chiave futura (ricordiamo che quest’anno per i progetti di promozione extra Ue saranno a disposizione 48 milioni che diventeranno 82 il prossimo anno) riguarderà soprattutto la finalizzazione per aree della spesa. “Siamo consapevoli che non sarà facile modificare la gestione dei finanziamenti da parte delle Regioni – conclude Deserti – ma cercheremo almeno di condividere con loro una strategia per area in modo da riuscire a coordinare i bandi e orientare i progetti. L’obiettivo è quello di diversificare gli sbocchi rispetto agli Usa e creare linee di condotta comuni fra regioni diverse. Ci siamo resi conto dell’importanza di creare una premialità non tanto legata alle dimensioni delle imprese o alla tipologia dei prodotti, ma dare una selettività per aree del mondo, per puntare su mercati diversi da quelli tradizionali”.

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