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Il Sole 24 Ore / Agrisole

E il marchio Cecchi punta 12 milioni sulla Maremma … Ammonteranno a 12 milioni di euro gli investimenti dei fratelli Cecchi nella cantina maremmana di Poggio la Mozza, localizzata a Sud di Grosseto, dove possiedono circa 100 ettari di vigneti. Un progetto la cui costruzione è stata avviata due anni fa e che prevede la conclusione nel 2012: sono 4mila metri quadrati di area produttiva e 2mila riservati all’ospitalità che comprendono gli uffici amministrativi, uno wine shop e un agriturismo. La prima produzione sarà dopo la vendemmia di quest’anno: Morellino, Morellino Riserva, il Vermentino “Litorale” e parte di Coevo, il vino di alto profilo a marchio Cecchi. C’è chi ancora investe nella produzione di vino? Evidentemente sì e ingentemente. “La nostra famiglia vive il vino da generazioni e in quest’ottica abbiamo deciso di investire in un territorio, quello maremmano, a cui siamo profondamente legati – spiega Andrea Cecchi –. Abbiamo prediletto due segmenti fondamentali le energie rinnovabili (con anche la realizzazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di 40 kW, la cui energia servirà per preriscaldare le acque di lavaggio), e la realizzazione di un impianto di fitodepurazione”. Scelte senza compromessi ed effettuate in una prospettiva di lungo termine. “Non ci siamo fermati – dice Andrea Cecchi – all’analisi della situazione contingente dei mercati. Il nostro obiettivo è quello di investire e valorizzare il più possibile il territorio nel quale operiamo per creare posti di lavoro e indotto turistico in un’area che secondo noi ha ancora molte potenzialità”. “Purtroppo infatti ancora i prezzi non salgono – aggiunge ancora l’imprenditore – ma ci auguriamo che questo accada presto. La vinicola Cecchi non ha mai smesso di investire in questi anni. Ne sono esempio la comunicazione e promozione insieme al progetto in Maremma, ma se continua l’andamento di questi prezzi non ce la faremo a coprire i costi di produzione”. Cecchi nel 2010 ha prodotto 8 milioni di bottiglie per un fatturato di 32,4 milioni di euro che ha ricalcato il risultato 2009. Il mercato, secondo l’imprenditore toscano, è ancora piatto e al tempo stesso turbolento e tutto cambia a seconda del paese e del settore. “Il 2010 viene spesso confrontato con il 2009 che è stato un anno disastroso – riflette Cecchi –. Ma se un’azienda nel 2009 perdeva il -20% e oggi perde il 10% migliora la propria performance ma è sempre in perdita. Quindi c’è poco da esultare. Dobbiamo però continuare a pensare in positivo anche se con qualche cautela: questa crisi ci fa pensare che la struttura produttiva ebba essere rivista e magari dovremmo trovare forme di alleanza come succede in Francia”.

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