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Il Sole 24 Ore / Casa&case

L’Irpinia dei casali d’annata ... Poche le occasioni d’acquisto nelle zone del Greco di Tufo e del Fiano di Avellino... La Campania è oggi tra le regioni italiane con la più varia combinazione di zone agricole contrassegnate da marchi d’origine:
28 in tutto, suddivise in tre Docg, 16 Doc e nove Igt. Dalle colline e le conche dell’irpinia e del Sannio, zone attorno a Avellino e Benevento caratterizzate da un clima continentale, alle campagne dell’Alto casertano, e, più in prossimità del mare, dalle pendici del Vesuvio ai Campi Flegrei e ai crinali della costiera amalfitana e di Ischia, la cultura enologica è così radicata che ancora oggi in Campania si contano oltre cento tipologie divini storici.
La viticoltura rappresenta la punta di diamante dell’imprenditoria agricola campana e oggi si caratterizza per una distribuzione dei vigneti molto squilibrata nel territorio: ormai decisamente scarsa nelle zone costiere, anche a causa dell’aggressione della cementificazione, presenta invece la maggior quantità di suoli vitati nelle zone più interne, tra l’Irpinia e il Sannio. Ovvero le aree da cui arriva il 70% dell’intera produzione di uve e vini della regione. “Mentre i maggiori quantitativi di uva provengono dalla provincia di Benevento, il territorio campano dove si vinifica di più è l’Irpinia, dove si contano ormai più di 200 cantine, - spiega Teobaldo Acone, ambasciatore dell’associazione Città del Vino. “Un numero troppo elevato rispetto alle dimensioni di questo territorio che, negli ultimi tre anni, ha fatto registrare la nascita di almeno 50 nuove aziende grazie agli investimenti di professionisti spinti dalla passione enologica”.
Zone più “in” per la qualità degli uvaggi sono quelle irpine su cui insistono le tre Docg della Campania: quelle del Greco di Tufo e del Fiano di Avellino per la produzione di vini bianchi e quella del Taurasi, dove si produce il miglior aglianico rosso della regione. In queste aree della provincia di Avellino “il mercato dei vigneti è un settore poco monitorato dalle agenzie immobiliari - afferma Salvatore Mirabile, titolare della Evolucasa e presidente della Fiaip per la provincia di Avellino -. L’offerta è ormai scarsa e i rari affari conclusi di recente hanno riguardato le aziende più grosse che hanno trattato direttamente con i proprietari”.
“Un investimento su un vigneto già produttivo nelle Doc e nelle Docg avellinesi comporta una spesa non inferiore agli 80mila euro all’ettaro”, indica Raffaele Pagano, titolare della Joaquin Wines piccola azienda che orienta la sua
produzione anche su sperimentazioni particolari, come l’Aglianico Taurasi vinificato in bianco.
Soprattutto tra le colline attorno a Lapio, Comune che da solo conta 84 cantine, le richieste possono anche superare i 100mila euro all’ettaro mentre la “forbice” di prezzo rilevata da operatori immobiliari e aziende vinicole per i vigneti già impiantati nelle vicine campagne del Sannio parte da 35mila euro e, soltanto in rari casi, supera gli 80mila euro all’ettaro”, chiarisce Marco Tudisco, titolare della Matos, azienda specializzata in assistenza e manodopera per l’allestimento di vigneti.
Nelle due zone più vocate al vino della Campania, la domanda si concentra anche sugli immobili rustici. A far viaggiare lentamente anche questo comparto del mercato “è l’offerta limitata – spiega Ada Villacci, agente immobiliare di Atripalda - le maggiori possibilità riguardano i ruderi, che in Irpinia costano tra i 250 e i 300 euro al metro quadro, a seconda della posizione e della volumetria. I prezzi dei casolari ristrutturati vanano invece dai 900 ai 1.100 euro al metro quadrato”.
Nel Sannio, invece, si spendono in media 100mila euro per un casolare da ristrutturare con spazi interni tra 80 e 100 metri quadrati ubicato nelle zone più pianeggianti “Se si sale un po’ di quota. In zone dove però non viene coltivata la vite, la spesa per la stessa tipologia di casolare, sempre da sistemare, cala fino a 60 mila euro”, dice Marco Salvione, titolare dell’agenzia Pianeta Casa a San Salvatore Telesino. Tra le zone più appetite del beneventano le vallate attorno al borgo medievale di Guardia Sanfraniondi e il territorio della Doc Solopaca, la zona più intensivamente vitata della Campania, ai piedi del monte Taburno.

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