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Il Sole 24 Ore / Centro Italia

Il vino non conquista l’estero ... Enologia. Confagricoltura: su un milione di ettolitri esportati solo 20mila... Nella stagione 2010 la produzione registra un calo dell’1,5%... L’Umbria delle cantine, dei vigneti e dei tanti, troppi campanili, che frammentano l’offerta in decine di rivoli e finiscono per smarrirsi nel complesso mercato vinicolo, avendo un peso praticamente nullo sui mercati internazionali. È questo il quadro offerto da un’analisi di Confagricoltura sul settore. Nella stagione 2010 la produzione di vino in Umbria si è attestata a 973mila ettolitri. in calo dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Stabile l’andamento per i vini Doc a circa 327mi1a ettolitri mentre è marcato il calo registrato dalle produzioni Igt, che mostrano una discesa del 2,5% a 397mila ettolitri. In questo contesto i produttori mettono in luce le criticità del sistema. “Il nostro sistema è ingolfato - sottolinea Marco Caprai, presidente provinciale di Confagricoltura Perugia - e nel mercato mondiale l’Umbria non esiste, lo conferma il drammatico dato dell’export. Su una produzione di quasi i milione di hl, solo 2omila hl sono destinati al mercato estero. Queste le conseguenze di una pianificazione che si sta rivelando sbagliata”. Molteplici le cause. Innanzitutto troppe denominazioni, che confondono e disorientano anche i clienti più esperti. Poi l’eccesso di cantine e di microimprese che inevitabilmente faticano a trovare nuovi spazi. Infine un numero smisurato cli cooperative che rischiano di non avere i soci sufficienti. “Di fronte a colossi industriali - analizza il presidente di Confagricoltura Perugia - il peso specifico dei produttori umbri si svuota a causa di questa frammentazione. Quanto alla promozione non si è capita l’importanza del binomio vino-paesaggio, l’esempio di Montefalco avrebbe dovuto insegnare”. Il tutto ha ripercussioni economiche gravi. “Fare viticoltura in Umbria non conviene - aggiunge Caprai -. Con un costo che oscilla tra i 4.000/5.000 euro ad ettaro e un rimborso pari a 30 euro al quintale, in media l’agricoltore perde ogni anno circa 2.500 euro ad ettaro. Senza parlare dello spread che l’agricoltore umbro perde sui prezzi delle uve rispetto agli agricoltori delle regioni limitrofe”. Due le proposte per arginare il fenomeno: creare cooperative di servizi per abbattere i costi di produzione e fare ricorso all’Igm. Non va meglio la situazione nel Temano dove la crisi si è fatta sentire nel 2010, con un anno di ritardo, e proprio ora sta toccando il suo picco massimo, provocando un considerevole arresto nel consumo di vino. “Le aziende che hanno avuto la capacità di veicolare il loro marchio - ci spiega Stefano Grilli, titolare dell’azienda vitivinicola “La Palazzola”, con sede a Vascigliano di Stroncone, specializzata in vini rossi e passiti col marchio Igt e soprattutto spumanti - sono riuscite a mantenere alta la produzione, ma non può essere sottaciuta la difficoltà di noi produttori a connotarci col territorio umbro. A fronte di un’offerta di vini qualitativa- mente valida, fatichiamo a promuovere il prodotto, a comunicare con l’esterno”.

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