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Il Sole 24 Ore / Centro Italia

Tra i vini vince il grande brand ... I produttori toscani puntano anche sul successo delle bollicine... Il periodo natalizio sorride al vino toscano. Nonostante la generale austerità dei consumi. Il brand Toscana resiste alla crisi e le sue denominazioni si confermano al top delle scelte nella regalistica e nei consumi privati. Un andamento che ha alle spalle un periodo di forte selezione, sia sulla qualità che sui prezzi, e che premia i marchi importanti che non hanno tradito la loro storia e i piccoli viticoltori che hanno scelto la fedeltà al proprio territorio. “La battaglia è ancora in corso - precisa Marcello Meregalli, ad dell’omonimo gruppo, leader nella distribuzione di vini in Italia - ma riguarda soprattutto le sottozone del Chianti che si sono spinte verso ribassi che ne hanno un po’ appannato l’immagine. Intanto il Chianti Classico, come altre denominazioni toscane, ha già recuperato all’estero e sta rientrando, specie con le etichette importanti e le riserve, nelle partite di fine anno. Cresciuta, rispetto all’anno scorso, anche la domanda dei blasoni top, come il Sassicaia, Solaia, Tignanello, che stanno guadagnando terreno su finti top improvvisati e sui francesi, specie i grandi Bordeaux, avventuratisi in un’ascesa di prezzo senza precedenti, forse contando su un mercato cinese che invece non li ha assecondati”. Che la crisi stia sfoltendo il proliferare di etichette degli ultimi anni sembra un dato assodato e il periodo natalizio ne è una cartina al tornasole. “Cresce la selettività delle scelte - commenta Fernando Pardini, della testata online acquabuona.it, specializzata in enogastronomia- favorendo in certa misura proprio la produzione toscana, che offre una varietà di ottime denominazioni a prezzi accettabili. In particolare il Chianti Classico ripropone, nelle sue espressioni più fulgide, il dettaglio, la caratterizzazione territoriale, la personalità un tempo troppo prevaricata. Emergenti anche i vini che uniscono personalità e genuinità, aspetto che diventerà sempre più imprescindibile. Su questo fronte la Toscana è ricca di proposte, anche a prezzi centrati, provenienti soprattutto, ma non solo, da piccoli vignaioli”. E a proposito di emergenti, alcuni produttori si sono lanciati anche la Toscana in una tipologia vincente nel periodo natalizio, le bollicine. Una produzione ancora di nicchia, che sta facendo capolino in singole realtà del Montalbano, Cortona e Montecarlo di Lucca Indicatore della rinascita toscana, le quotazioni al quintale delle principali denominazioni sono cresciute (dati Ismea) rispetto all’anno scorso e stanno ulteriormente salendo in quest’ultimo trimestre, comprese quelle del Chianti Classico, le uniche che proprio alla fine dello scorso anno avevano registrato una notevole flessione, oggi quasi completamente recuperata. La positività della congiuntura trova il proprio zoccolo duro nei dati export, come è emerso nel recente forum senese sul vino italiano a cura di Mps ed Enoteca Italiana. In particolare, le 38 aziende toscane interpellate indicano un incremento del 16,2% delle esportazioni nel primo semestre 2011. Tra i mercati più dinamici, Cina, Russia, America Latina e Canada si aggiungono a quelli consolidati (Germania, Regno Unito e Stati Uniti). E per il 2012 oltre il 50% delle aziende (contro il 40% registrato a livello nazionale) prospetta un incremento superiore 5 per cento.

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