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Il Sole 24 Ore / Centronord

Prezzi in ripresa per il vino ... Per Frescobaldi e Antinori il momento è favorevole ai riassetti... Liberatore (Consorzio Chianti Classico): rialzo dopo il -35% in due anni... “Abbiamo toccato il
punto più basso e stiamo già risalendo”. Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio Chianti Classico, 600 soci, 7mila ettari e 500 milioni di ricavi complessivi, è ottimista: “La discesa dei prezzi, conseguenza del calo dei consumi e della crisi economica, si è fermata e gli imbottigliatori hanno cominciato a ricostituire le scorte e a fare programmi di medio periodo”. Negli ultimi 2 anni, il crollo dei prezzi ha falciato i bilanci delle imprese. In Toscana, su 61mila ettari coltivati a vigna, la produzione di vino si è attestata sui 2,8 milioni di ettolitri. Dal 2008 a oggi, i prezzi sono calati mediamente del 25% per il vino in bottiglia e del 35% per quello sfuso, venduto anche a 70 euro a quintale a fronte di un costo di produzione di 110. Il Chianti Classico, rispetto ai 180/190 euro di tre anni fa, oggi viaggia intorno ai 140 euro. “Ma ultimamente abbiamo visto chiudere alcuni contratti misti, annate 2008-2009 abbinate, al prezzo di 190 euro a quintale”, sottolinea Liberatore. Su una cosa i grandi produttori concordano: l’onda bassa del settore potrebbe portare a un riassetto del territorio, con vendite e acquisizioni di aziende. “Non mi stupirei se nei prossimi mesi ci fosse qualche acquisizione”, dice Leonardo Frescobaldi. “Passaggi di mano? È possibile - commenta Albiera Antinori - e certo noi saremo pronti a valutare eventuali opportunità, anche se in questo momento l’impegno principale è quello di consolidare il lavoro fatto negli ultimi anni”. Per Giovanni Folonari, amministratore delegato della Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, “c’è ancora troppo timore a investire. Chi ha la possibilità preferisce aspettare - spiega - e probabilmente le prime operazioni si concretizzeranno non prima di un anno. Ma, per quanto ci riguarda, non
siamo interessati a fare shopping- aggiunge - e continueremo a investire nella nostra azienda”. Una posizione analoga a quella della famiglia Mazzei: “Niente acquisti e, in questo momento, grande attenzione a far funzionare il business - dice Filippo Mazzei -. Il mercato, finalmente, dà timidi segnali di ripresa, grazie soprattutto all’export”. L’inversione di tendenza, che coincide con le rilevazioni del Consorzio Chianti Classico, è iniziata a giugno e i primi segnali davvero importanti sono arrivati a novembre. “La grande paura dei primi mesi dell’anno è passata - conferma Renzo Cotarella, direttore generale del gruppo Antinori -. Ma restano ancora incognite pesanti, come l’andamento del dollaro, che nel corso del 2009 ha perso il 15% rispetto all’euro e la cui debolezza va a incidere direttamente sui margini di chi esporta verso gli Stati Uniti”. Cosa accadrà nel prossimo futuro? “Il 2010 sarà un anno di lenta risalita, per poi tornare alla normalità dal 2011”, dice Liberatore. Più pessimista Cotarella: “Mi aspetto un consolidamento della ripresa - commenta - ma personalmente penso che il mercato di tre anni fa non tornerà più”.

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