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Il Sole 24 Ore / Plus 24

Cantine & Finanza - Poli agricoli del Nord-Est. Il vino veneto verso la Borsa. Ipotesi Masi-Santa Margherita. Nel frattempo Zignago scorpora il vetro in vista della quotazione … Un polo del vino del Triveneto verso Piazza Affari. E’ più di un’ipotesi quella che aleggia da qualche mese. Soggetti coinvolti: la Agricola Masi, azienda nota per la produzione dell’Amarone e Santa Margherita. Per ora non esisterebbero discussioni di nessun tipo, tuttavia il piano è affascinante.

La Agricola Masi, presieduta da Sandro Boscaini, punta a crescere di dimensioni. Nel suo capitale è, di recente, entrato un gruppo finanziario, mentre sono usciti uno dei fratelli Boscaini e tre cugini. Il 28,5% del capitale è stato rilevato dalla Alcedo di Treviso, già del gruppo bancario San Paolo Imi e recentemente passata sotto il controllo dei finanzieri Giovanni Gaio e Maurizio Masetti. Ma questo passaggio sembra solo il primo prima della quotazione a Piazza Affari. In questo scenario si studia una fusione tra cantine. “Il recente ingresso di Alcedo e l’intervento di ingresso di Alcedo e l’intervento di Unicredito sul versante del debito - spiega Sandro Boscaini - è propedeutico ad un’eventuale futura quotazione. Un polo delvino delle Venezie è in’ipotesi importante e cui stiamo lavorando convinti dell’assoluta validità dell’espressione regionale del vino italiano. Naturalmente l’azienda con il suo business plan prevede una forte crescita organica, che ci porterebbe nel giro di qualche anno a raddoppiare il fatturato fino a 90 milioni. In aggiunta ci potrebbero essere joint venture e acquisizioni mirate funzionali alla composizione del polo. Se fosse possibile un’aggregazione tra aziende di pari livello filosofico, qualitativo e quantitativo, sempre in ambito regionale, ovviamente si acquisterebbe subito una massa critica importante che nulla toglie, ma che anzi può favorire gli ulteriori sviluppi”.

Nella zona del Triveneto sono soltanto altri due i gruppi che possono annoverare la stessa forza e qualità di marchi: Santa Margherita e la veronese Bolla. Tuttavia quest’ultima, che fattura circa 45 milioni, è controllata dall’americana Browen Forman Corporation, la compagnia multinazionale con sede nel Kentucky, Santa Margherita fa parte invece delle Industrie Zignago, che ha attualmente tre attività: vetro, vino e tessile. Dopo la contro-Opa della scorsa estate, Zignago è controllata dagli eredi di Vittorio Marzotto (Luca, Gaetano, Stefano e Niccolò) e da Marco Donà delle Rose.
Il matrimonio tra Masi e Santa Margherita è dunque possibile? Un dato di fatto è ache le due realtà si conoscono da anni Giovanni Gaio della Alcedo Sgr è stato inoltre presidente di Marzotto. Fonti vicine a Santa Margherita affermano che “al momento non c’è nulla di concreto, tanto che nel Cda non è stato discusso l’argomento. Ci sarebbero soltanto dei contatti con Masi, come è normale”. Dal punto di vista industriale e territoriale le due aziende sarebbero sinergiche: Masi e Santa Margherita fatturano rispettivamente 46,5 e 70 milioni di euro.

L’Agricola Masi produce 10,5 milioni di bottiglie e ne esporta il 90% in 60 Paesi: in Nord America, Giappone ed Europa. Ha sede a Sant’Ambrogio di Valpolicella e possiede circa 400 ettari di terreni tra Veneto, Friuli e Toscana tra cui i Possedimenti Alighieri presieduti da Serego Alighieri, discendente del poeta.

D’altro canto, Santa Margherita, è una realtà non soltanto veneta, visto che possiede estesi terreni in Sicilia e Toscana. Il gruppo opera, oltre che con la capogruppo, anche tramite le controllate Cantine Torresella, Kettmeir e Ca’ del Bosco. La Industrie Zignago Santa Margherita è inoltre pronta a scorporare i propri asset nel vetro tra quelli del vino. Obiettivo fianle: la Ipo del vetro. La quotazione di Zignago dovrebbe avere il via libera proprio in questi giorni. Advisor della società nel progetto di Ipo dovrebbe essere Medinvest.

L’opa su Zignago era costata 260 milioni e l’Ipo potrebbe consentire agli azionisti di rientrare sull’esposizione verso le banche. La Zignago Vetro nel 2005 ha registrato un giro d’affari di circa 200 milioni di euro e il margine operativo lordo si è attestato intorno ai 30 milioni. La quotazione potrebbe avvenire a circa 8 volte il Mol: per un valore complessivo di circa 240 milioni. Scorporato il vetro restano altri asset: come il 34,6% di Linificio e Canapificio Nazionale, dove Zignago ha un patto di sindacato con il gruppo Marzotto. C’è, infine, il vino. L’obiettivo dei Marzotto è crescere. E un matrimonio potrebbe essere la soluzione più veloce. (arretrato de Il Sole 24 ore - Plus 24 del 17 giugno 2006)

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