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Il Sole 24 Ore / Plus

Famiglie emergenti - I Moretti Polegato: in principio c'era il vino. Poi è arrivata la Borsa
Da tre generazioni sono produttori di Prosecco e solo nove anni fa hanno dato vita al fenomeno Geox ... In principio e per molto tempo c'è stato solo il vino. Quel Prosecco di Valdobbiadene che, più noto all'estero come "il bianco con le bollecine", nell'ultimo decennio ha raggiunto una notorietà inaspettata. Poi, nel 1995 (in realtà il prototipo è del 1989) sono arrivate le calzature, anzi il fenomeno Geox perché in neppure un decennio dopo la «scarpa che respira» oggi tutto è pronto per replicare il successo (oltre 300 brevetti registrati, 68 paesi presidiati, 7.967 punti distributivi, 6,6 milioni di scarpe vendute nel 2003 con crescita di fatturato e utile a due cifre) con «la giacca che respira» fino ad arrivare al «respira dalla testa ai piedi».In mezzo c'è la storia dei fratelli Moretti Polegato (Mario e Giancarlo), innanzitutto produttori di vini da tre generazioni (il nonno iniziò un'attività di commercio del vino nel 1930), a Crocetta di Montello, proprio nella zona doc del Prosecco di Valdobbiadene e dei vini doc del Montello e del Piave.È qui che c'è Villa Sandi, villa palladiana recuperata una trentina di anni fa e sede dell'azienda vinicola di famiglia alla quale fanno capo più etichette. Come la Gioiosa, destinata alla grande distribuzione e che in Germania da anni è marchio leader nel Prosecco, con il 40% della quota di mercato e con una presenza sempre più forte in Austria e Gran Bretagna.Come nel '600 i vigneti sono i gioielli della marca trevigiana, ma Villa Sandi è oggi un marchio di prestigio nel settore vinicolo (lo spumante classico Opere Trevigiane è spesso sulle tavole nei pranzi ufficiali dei capi di Stato ma fiori all'occhiello sono anche i rossi Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc). Cinquanta ettari tra i vigneti di Crocetta di Montello e la tenuta La Gioiosa a Valdobbiadene non sono certo pochi anche se per produrre i 18 milioni di bottiglie del 2003 (41 milioni di euro il fatturato), di cui oltre il 50% destinato all'estero, i Polegato devono far riferimento anche a 600 conferitori storici seguiti durante tutto il ciclo produttivo dallo staff di enologi e agronomi dell'azienda.Negli ultimi 20 anni con il Prosecco i Polegato hanno avuto un bel da fare: «Il consumo è aumentato del 400% - ricorda Mario Polegato - e una certa diversificazione l'abbiamo fatta anche noi (produciamo Chianti in Toscana e naturalmente grappe e altri prodotti derivanti dall'uva) ma ad essere sinceri siamo stati letteralmente sommersi dal successo del prosecco al quale, ovviamente ci siamo dedicati».Oggi ad occuparsi dell'azienda vincola è Giancarlo dopo che nell'estate scorsa sono state divise le proprietà di famiglia con il fratello Mario, al 100% impegnato nella sfida Geox. «Della natura ho grande rispetto - aggiunge Mario - perché se per produrre le scarpe devi avere l'idea non puoi fare del buon vino se non hai alle spalle una storica tradizione».Una certa inventiva i due fratelli l'hanno sempre avuta: Mario, prima dell'innovativa suola, aveva inventato una macchina per fare contemporaneamente cinque operazioni sul terreno (serchiare, concimare, pressare e via di seguito) ma è rimasta in un cassetto.Giancarlo, invece, che è anche presidente delle aziende vinicole di Treviso, ha brevettato nel 1996 Claxa, un rivestimento in vetro per la bottiglia che permette di mantenere la temperatura del vino per una durata standard di un pranzo, insomma un recipiente che sostituisce il secchiello del ghiaccio.Ma è stata soprattutto la diversificazione nel settore delle calzature a far emergere il loro nome a livello nazionale. Decisa alla fine degli anni '80 dalla famiglia sulla scorta dell'affermarsi nel distretto produttivo di Montebelluna (Treviso) del settore delle calzature sportive, è partita con il Calzaturificio Pol Scarpe Sportive, allora una piccola azienda artigianale, che decide di investire su un'idea dello stesso Mario, ritenuta rivoluzionaria. Questa consiste nel perforare le suole delle calzature per permettere ai piedi di traspirare.«Una volta registrato il primo brevetto abbiamo trascorso tre anni a girare per l'Italia nel tentativo di convincere qualcuno a produrre - aggiunge Polegato - ma nulla da fare. Allora abbiamo deciso di farla noi». Da questa idea vengono così realizzate le prime calzature Geox con i fori praticati alle suole di gomma, in cui vengono utilizzati un tessuto traspirante e impermeabile che permette al piede di traspirare, garantendo tuttavia inalterata l'impermeabilità delle suole in gomma.«Abbiamo puntato tutto fin da subito sull'innovazione di prodotto - spiega ancora Polegato - sfruttando all'estero certamente la tradizione della produzione calzaturiera italiana e poi lo sfruttamento economico delle nostre invenzioni, che negli anni si sono raffinate, e sono state protette mediante un'attività di tutela della proprietà industriale in ambito nazionale ed internazionale». Ma al successo hanno contribuito altri ingredienti: una gestione aziendale finanziariamente molto oculata sia in termini di indebitamento sia di investimenti in attività commerciale; il coinvolgimento diretto dei manager allo sviluppo dell'azienda e una mentalità fortemente focalizzata al lavoro di squadra; un investimento continuo in ricerca e sviluppo e in collaborazione con autorevoli centri di ricerca internazionali. E i risultati sono arrivati: negli ultimi tre anni il fatturato è salito del 31,2% raggiungendo i 254,1 milioni di euro mentre l'utile, sempre nello stesso arco temporale, è cresciuto del 102,1% (30,7 milioni) e positivi sono anche altri d ati di bilancio: l'Ebitda ha raggiunto i 50,3 milioni, gli investimenti sono passati da 9 a 28,8 milioni di euro e l'export, dal 10% nel 2000, oggi è il 37% del fatturato. Anche se Geox potrebbe crescere con le proprie gambe, la quotazione in Borsa servirà a dare ulteriore impulso all'espansione del gruppo.

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