02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore / Plus

Finanza da bere - La Zignago accelera sul vino. Il mercato crede nello scorporo dalla divisione vetro. Settore in movimento da Antinori a Frescobaldi Giv conferisce asset in una Spa e pensa alla Borsa ... La finanza accresce il suo peso nelle aziende del vino. Le necessità di investimenti, per acquisizioni di altre aziende o di terreni, sta cambiando il volto al settore, anche sulla spinta dell'accesa concorrenza commerciale dei gruppi stranieri. Molto attiva è Zignago Santa Margherita, quotata a Piazza Affari, il cui azionariato è suddiviso tra 10 membri delle famiglie Marzotto e Donà delle Rose. Proprio Gaetano, Stefano, Luca e Nicolò Marzotto hanno incrementato di oltre il 2,5% ciascuno la propria partecipazione. Zignago ha tre aree di attività: vino, vetro e lino. La divisione vino nel 2004 ha visto una discesa delle vendite del 4,5%, manell'ultimo trimestre il fatturato ha mostrato una crescita dell' 8 per cento. Quali potrebbero essere le opzioni future? Il mercato scommette sullo scorporo del business del vino dalla divisione vetro, sulla scia di quanto fatto dagli azionisti della Marzotto con il tessile e Valentino: opzione peraltro smentita dalla società. Un modo per creare valore che potrebbe generare risorse per l'acquisto di uve: Zignago ha infatti pochi terreni di proprietà e investe soprattutto sulle materie prime. L'azienda delle famiglie Marzotto eDonà delle Rose rappresenta per ora un caso isolato sulla piazza finanziaria milanese: i grandi gruppi italiani guardano ancora con distanza la Borsa. Ma la strada sembra comunque segnata dopo che alcune Coop hanno scorporato i propri asset immobiliari da quelli industriali.
Non è un caso che il Gruppo italiano vini abbia effettuato un conferimento degli asset commerciali in una società per azioni, mentre i circa 1300 ettari di vigneti resteranno ai soci della coop: l'operazione sarà completata dal primo gennaio 2006. « In una seconda fase - spiega Rolando Chiossi, presidente di Giv - verranno conferite nella Spa le cantine e, successivamente, verrà effettuato un aumento di capitale per favorire l'ingresso di un partner finanziario con una quota compresa tra il 30% e il 40% della Spa. Socio che ci potrebbe accompagnare a Piazza Affari ». La Caviro ha già al fianco le banche nella sua politica di crescita: « Nell'ultimo anno - afferma Sergio Dagnino, direttore generale di Caviro - siamo cresciuti comprando altri 10mila ettari di vigneti e arrivando a 43mila. Il nostro fatturato consolidato è ormai arrivato a 239 milioni. La Borsa? Può essere un'opzione futura, ma per ora non abbiamo in previsione la quotazione. Peraltro, abbiamo già costituito delle Spa dove abbiamo al fianco partner finanziari ». Tra le aziende familiari, le più attive sono Fratelli Martini, Frescobaldi ( che ha rilevato il restante 50% della Tenuta dell'Ornellaia) e Antinori: quest'ultima cresciuta tramite acquisizioni di cantine in Toscana e in Puglia: « Il gruppo ha finora effettuato numerosi investimenti - indica Piero Antinori -. Per ora abbiamo le risorse per procedere da soli, ma un private equity al fianco può essere un'opzione futura per crescere ulteriormente » .
Le relazioni tra investitori finanziari e aziende sono state finora contrastate. 3i è entrata nella Mionetto, mentre InvestIndustrial ha quasi totalmente ceduto all'americana Constellation Brands il 44% nella Ruffino. « Il rischio - osserva Andrea Mugnai, partner della Pm & Partners - è di pagare prezzi alti per le società a causa delle proprietà terriere in pancia. Prezzi che tuttavia si possono scontrare con la bassa capacità delle attività commerciali e industriali di generare cassa nel breve periodo».

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su