Il vino si salvò con marketing e qualità: nell'85 lo scandalo del metanolo causò 22 morti e decine di intossicati (la diagnosi: ingestione di vino adulterato con alcool metilico usato per aumentare il grado alcolico e prodotto sinteticamente nel sottoscala di casa di Giovanni Ciravegna - condannato poi a 13 anni di reclusione - di Narzole, nel Cuneese, privo di vigne ma con 200 - allora - produttori). Il vino italiano andò alle corde, ma dalla crisi partì la voglia di riscatto
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