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Il Sole 24 Ore

Previsioni di quantità in linea con il 2000 ma le quotazioni calano del 10% per le eccedenze di vinoVendemmia da poco prezzoLa Ue autorizza la distillazione di crisi in Italia per circa un milione di ettolitri di giacenze invendute ...
Anche quest’anno la vendemmia gioca d’anticipo. Al momento l’uva si presenta sana e con un buon equilibrio tra acidità e zuccheri, mentre la produzione non dovrebbe scostarsi più di tanto rispetto ai 73 milioni di quintali di uva e ai 52 milioni di ettolitri di vino del 2000. Non sono quantità da capogiro, eppure le preoccupazioni non mancano, soprattutto perchè nelle cantine c’è ancora molto vino invenduto. E questo avrà certamente riflessi sulla formazione dei nuovi listini, che già ora accusano riallineamenti verso il basso con tagli superiori al 10%. In quasi tutte le regioni del Sud si vendemmia già da una settimana: troppo poco per permettere agli osservatori di stilare consuntivi, sia pure parziali. Ciò non toglie che vi siano dei dati acquisiti; e cioè che le quantità, anche in presenza di una maggiore consistenza dei grappoli, dovrebbero restare sui valori più bassi della serie storica nazionale, mentre per la qualità si preferisce aspettare che l’uva arrivi in cantina. Ma «se la giornata si vede dal mattino - spiega Marina Danieli dell’omonima azienda friulana - il risultato non dovrebbe essere male». C’è chi, invece, azzarda pronostici più sicuri. È il caso di Piernicola De Castris della storica cantina salentina, secondo il quale «ci sono i presupposti per arrivare a un livello medio più che ottimo della qualità finale”. … Massimo Bernetti della Umani Ronchi di Ancona (4 milioni di bottiglie per 20 miliardi): «Il mercato interno segna il passo, mentre i segnali che arrivano da alcuni grandi Paesi acquirenti non sono molto incoraggianti: penso al Giappone e alla Germania, dove la crisi economica si fa sentire e le richieste tendono a privilegiare i prodotti più a buon mercato dell’emisfero meridionale, mentre nei Paesi scandinavi si fa più insistente la concorrenza dei bag-in-box». Una situazione non proprio idilliaca, dunque. Con gli stock di vino invenduto in forte peggioramento. Infatti, all’inizio della prima campagna del terzo millennio solo in Italia sono stati stimati dai 16 ai 19 milioni di ettolitri di vino in giacenza. Che sono andati aumentando con il passare dei mesi e con l’export in fase di stallo. E questo non solo in Italia, ma in tutti i Paesi produttori comunitari. Al punto che Bruxelles, preso atto dei solleciti di aiuto e per evitare che la situazione sfugga di mano, è intervenuta riconoscendo la "distillazione di crisi" (con l’Ocm-vino del ’99, le distillazioni obbligatoria e preventiva sono state abolite). Il provvedimento ha fissato che la quantità di vino da ritirare nei tre maggiori Paesi produttori è di 5,6 milioni di ettolitri per un contributo di 210 miliardi di lire; all’Italia (è di ieri la notizia che fissa la quota definitiva) sono stati assegnati 1,211 milioni di ettolitri con un contributo di 49,5 miliardi. Che la situazione sia problematica lo si desume dalla frenesia che spinge qualche cantina a liberarsi delle giacenze.

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