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Il Sole 24 Ore

L’Italia è un grande Paese produttore di vino. Lo è da sempre e tuttora possiede enormi potenzialità di crescita; per questo il nostro gruppo è intenzionato a investire ulteriormente e al massimo livello nel vostro Paese. Le opportunità che stiamo valutando sono diverse e tutte hanno buone possibilità di successo”.
A parlare è Michael Mondavi, “Ceo” della Robert Mondavi Winery, uno dei maggiori colossi vinicoli al mondo con 4.000 ettari di vigneti, 1.400 dipendenti, 120 milioni di bottiglie prodotte (il 9% esportate), 30 miliardi in pubblicità, un consolidato chiuso al 30 giugno 2001 di 506 milioni di dollari (+ 18% sul 2000), oltre 1.100 miliardi di lire ed un utile netto di 48,2 milioni di dollari (+ 19%) ... Nel caso Mondavi si tratta di vino e di Italia (in particolare, Marche, Puglia e Sicilia), dove il gruppo americano avrebbe a disposizione un budget che si aggira sui 150 miliardi di lire, di cui una buona metà rimasta in cassa dopo la mancata acquisizione, annunciata ma poi conclusasi con un nulla di fatto, nella tenuta di Aniane, nel Languedoc francese ... Il gruppo fondato nel 1966 dal padre Robert (oggi presidente onorario), figlio di emigranti marchigiani di Sassoferrato, vanta solide basi con la joint venture Luce della Vite, costituita nel ’95 con i Marchesi Frescobaldi e che ha portato alla nascita di tre grandi vini (Luce, Lucente, Danzante) destinati a un mercato internazionale molto esigente. Poi, nel 2000, c’è stato l’acquisto di una quota di minoranza di Ornellaia, la prestigiosa cantina di Bolgheri di Ludovico Antinori ... “Se Lodovico, che è un bravissimo produttore dovesse decidere di vendere, noi non ce lo faremo ripetere due volte a esercitare la prelazione”. Luce della Vite e Ornellaia sono due grandi case che fanno vini per un mercato molto selettivo, alla stessa stregua di Opus One, un must dell’enologia mondiale nato dalla joint venture del ’79 con Chateau Mouton de Rothschild. In realtà oltre il 60% del business dal gruppo Mondavi, che è quotato al Nasdaq, arriva dalla Woolbridge winery. E si tratta di vini, sì, importanti, ma alla portata della clientela per un consumo di tutti i giorni ...

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