Il Sole 24 Ore

La sorpresa Campania ... il sistema agroalimentare è ormai un indiscusso must del territorio. Come, per esempio, in molti luoghi della Campania, dove esistono punti d’eccellenza con una stagione lunga – a cominciare dalla Penisola sorrentina – e una forte domanda di “giacimenti gastronomici”. Dunque territori dove transitano milioni di turisti italiani e stranieri. E’ evidente che la componente turismo serve come traino per i prodotti locali, o perlomeno per farli conoscere. Forse non è un caso che il “Greco di Tufo” e il “Fiano di Avellino” abbiano sorpreso per essere inseriti nella hit parade dei vini italiani più venduti nelle enoteche di livello e nei wine bar, sondati dall’osservatorio del Salone del Vino di Torino, in vista della fiera che si terrà dal 15 al 18 di novembre. Il Greco di Tufo è addirittura il vino bianco made in Italy più venduto: all’ottavo posto, dietro a sette vini rossi di grande lignaggio, mentre il Fiano di Avellino è poco distante, al quattordicesimo posto. Si può allora parlare di “distretto del bianco” in questa realtà? E in quale modo può, questo territorio, sfruttare il vantaggio competitivo? Forse, in un momento in cui il vino bianco ha segnato il passo nella domanda del consumatore a causa sia di tendenze del gusto, sia di scoperte mediche che hanno decisamente favorito i vini rossi, una caratterizzazione di tale genere potrebbe apparire fuori luogo. Scegliere però strade “diverse” a lungo termine può risultare vincente, soprattutto quando tutti salgono sul carro del vincitore. La Campania indubbiamente ha enormi potenzialità vitivinicole, anche se la superficie totale coltivata a Doc e Docg è tuttora davvero modesta (circa 7.248 ettari, negli ultimi anni i vini a denominazione hanno registrato un forte incremento delle vendite, con un contemporaneo balzo in avanti della qualità ...