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Il Sole 24 Ore

Alle stelle il prezzo dei vigneti - Mercato senza freni: punte di 1,1 milioni di Euro per due ettari nelle Langhe e 400.000 per ettaro a Montalcino. Bertarelli (Serono) investe in Toscana. Aumentano anche i valori medi fondiari dei seminativi in pianura ... Non è una questione di inflazione. Il valore fondiario dei vigneti in Italia, soprattutto quelli collocati in aree di pregio e ben delimitate, sfugge alle normali considerazioni mercantili che solitamente intervengono nella valutazione delle altre superfici coltivabili. A volte conta più l'interesse. Il "barolista" Pio Boffa della Pio Cesare (350.000 bottiglie per il 70% esportate) ha appena acquistato, vicino alla sua proprietà sulle colline di Alba, un ettaro di vigneto a 400mila euro. Un prezzo certo elevato, ma ancora lontano dal record di 1,1 milioni di Euro (2,1 miliardi di lire) che un ricco imprenditore delle Langhe ha sborsato per due ettari a Cannubi di Barolo. E pensare che la stessa proprietà, cinque anni fa, fu scambiata a poco più della metà. Nessuna fonte ufficiale lo dirà mai, ma quello che accade da alcuni anni a questa parte in fatto di compravendita di vigne lascia capire che il loro prezzo non è il normale frutto dell'incontro di domanda e offerta, che pure esiste, ma sempre più spesso è il risultato di fattori "amatoriali". Per cui potrebbe, sì, stupire qualcuno, ma è un fatto che quel milione e passa di euro necessario per i due ettari di Barolo bastano appena per acquistare solo un ettaro di vigneto Cartizze. Solo che questo è un prezzo virtuale, perchè dei 106 ettari certificati della preziosa collina situata tra Conegliano e Valdobbiadene non ce n'è uno in vendita. Naturalmente siamo agli estremi, e tra questi ci mettiamo anche i vigneti che si affacciano a Sud-Ovest della collina di Montalcino, dove i migliori crü sfiorano i 400.000 Euro. È però vero che a partire dalla fine degli anni Ottanta un po' tutte le terre da vino, dove la qualità del prodotto non è arrivata solo a parole, hanno visto crescere il loro valore mediamente del 100%. Un dato non confrontabile con i risultati dell'indagine Inea, che pure negli ultimi quattro anni ha registrato una crescita annua per tutta la proprietà fondiaria del 3,6%. Insomma, la terra è comunque un bene su cui investire. Jacopo Biondi Santi, figlio d'arte in quel di Montalcino e da una manciata d'anni produttore anche di alcuni grandi rossi (Montepaone e Schidione) al Castello di Montepò di Scansano, dice: «Sono in procinto di acquistare altri 40 ettari di terra nuda per farne vigneti e il prezzo oscilla sui 20.000 Euro (40 milioni di lire) l'ettaro. Non so dire se è troppo o poco, dico solo che cinque anni fa, accanto, ho acquistato a 5mila euro». Allora è troppo? «Tutto ha un valore e i vigneti si pesano per la loro collocazione, l'esposizione, il tipo di cloni», osserva Pietro Mastroberardino dell'omonima azienda di Atripalda (Avellino). «Qui da noi, terra di bianchi - precisa l'imprenditore che fa anche parte del consiglio di Federvini - i vigneti a Greco costano molto di più di quelli a Fiano, e i due sono più cari di quelli vitati a Taurasi, che è un grande rosso». Il perchè sta nel fatto «che di terra da vino rosso ce n'è di più e quella giusta per i bianchi è difficile da trovare». Le differenza ci sono anche se il vino è lo stesso. «Nel caso del Prosecco - sostiene Giancarlo Moretti de La Gioiosa di Treviso - se la vigna è nella zona classica i prezzi vanno mediamente sui 300 milioni di lire a ettaro, diversamente si scende anche a metà. Ma la differenza della qualità del vino è evidente anche al più profano». La questione, quindi, sta tutta nella qualità finale. Quella qualità che ha spinto il conte Pieralvise Serégo Alighieri di Verona, discendente del Sommo Poeta, e Sandro Boscaini della Masi ad acquistare 80 ettari in Val d'Orcia, in Toscana, per farne vigneti e vini di grande prestigio. E se per Alighieri questo è un ritorno nella terra dell'avo; per Ernesto Bertarelli presidente del gruppo Serono e l'uomo più ricco della Svizzera, l'acquisto di una tenuta agricola alle porte di Grosseto è di fatto un ritorno ad avere interessi in Italia. Miracoli che solo il vino riesce a fare.

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