Il Sole 24 Ore

E Bianco “scopre” il vino Greco: una risorsa millenaria finora inutilizzata per mancanza di strategie di mercato ... Acino piccolo e tondeggiante con buccia dura e gialla, polpa aspra e poco sugosa”. Potrebbe essere la metafora dei calabresi dell’Aspromonte, pochi chilometri da Brancaleone Marina. E invece è il ritratto dell’uva Greco, un vitigno approdato sulla costa orientale della Calabria otto secoli prima di Cristo dalla vicinissima Grecia. Da queste uve si ricava un vino passito carnoso che dà filo da torcere perfino a quelli di Pantelleria o al Recioto della Valpolicella. Tutto merito del microclima di Bianco, un puntino sul mare che poi si allarga fino ai primi contrafforti dell’Aspromonte ... Venti anni fa, invece, furono promessi copiosi contributi agli agricoltori che le vigne di Greco le avrebbero sradicate. Nel giro di qualche anno si passò dai cento ettari a poco più di 30 ... Il sindaco diessino di Bianco, Antonio Scordino, professore di filosofia al liceo di Locri, si copre il viso con le mani: “Io non ci dormo più la notte. Lo ammetto: fino a cinque anni fa non sapevo nulla di questo vino. Da allora ho smosso mari e monti” ... Nel frattempo, con il boom del vino, anche gli esperti dello Slow Food hanno elargito qualche consiglio al sindaco Scordino: “Ingaggiate un enologo di valore, e poi il Greco di Bianco potrete venderlo a 50mila lire a bottiglia, anziché a 15mila”. Scordino ha ottenuto dalla Regione un finanziamento di 361 mila euro per rimettere in piedi la Cacib, che dovrebbe essere gestita da una società pubblico-privata, ma ora pensa in grande. Dice: “Se mi ponessero un aut aut del tipo: preferisci che qui investa la Fiat o Zonin? Be’, mi perdoni l’Avvocato, ma io non avrei dubbi: sceglierei Zonin e il Greco di Bianco”.