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Il Sole 24 Ore

Aumenti record per il vino. I produttori: dal 2003 i listini saliranno in media del 10% ... C'era da aspettarselo, il prezzo del vino è destinato a impennarsi. La scarsa vendemmia causata dalle turbolenze climatiche di questa estate, da un lato, e i costi crescenti del trasporto e degli altri prodotti utilizzati dagli imbottigliatori, dall'altro, hanno finito per avere ripercussioni sulla gestione delle imprese vinicole. Che ora preannunciano rincari che sfuggono alla logica dell'inflazione programmata.
Alla vigilia della stipula dei nuovi contratti con le catene distributive, gli imprenditori del vino fanno sapere di volere applicare sulle consegne a partire dal prossimo anno aumenti medi del 10%, con punte fino al 15 per cento. La decisione è stata anticipata dal presidente del Gruppo vinicolo dell'Unindustria di Treviso, Giancarlo Moretti Polegato. E la conferma dovrebbe arrivare questo pomeriggio dall'Unione italiana vini presieduta da Ezio Rivella, che ha convocato sul tema i rappresentanti della produzione, della trasformazione e del commercio enologico.
All'odg ci sono appunto i nuovi listini del vino, alla luce dei risultati della vendemmia ormai giunta alla fase terminale. Una vendemmia che, stando ai dati previsionali di Assoenologi, dovrebbe attestarsi intorno a 47 milioni di ettolitri (-10% rispetto alla vendemmia 2001). Il dato previsionale è da prendere con beneficio di inventario, al punto che non viene scartata l'ipotesi che alla conta finale potrebbero mancare qualche milione in più di prodotto. Sono molte, infatti, le testimonianze di vignaioli che da tutta la penisola lamentano cali consistenti, rispetto alle stime di settembre. Sicchè la vendemmia 2002 sarà per cento la più scarsa dal 1957. Fortuna vuole che non tutto pare sia andato storto, almeno sotto il profilo della qualità, in quanto la grandine e le tempeste di vento non hanno colpito indiscriminatamente tutte le terre da vino. «Vi sono angoli dell'Italia che si sono salvate dalla furia del maltempo», fa sapere Mario Consorte, il presidente di Assoenologi e amministratore delegato di Sella & Mosca. che comunque aggiunge: «Questo è l'anno in cui emerge il ruolo dell'enologo: centro, non si potranno fare miracoli, ma il suo intervento in cantina è decisivo per evitare che tutto finisca in malora».
In questo contesto produttivo e con alcune uve pregiate miracolosamente recuperate e strapagate (si parla del mosto di Pinot grigio che dal 2001 a oggi è addirittura raddoppiato), le aziende vinicole dichiarano di essersi trovate con le spalle al muro. E di non potere evitare gli aumenti. La parola passa alle catene distributive.

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