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Il Sole 24 Ore

Vino, il fattore prezzo condiziona i consumi ... È il fattore prezzo il primo ostacolo per i consumi di vino di qualità in Italia. A frenare gli acquisti - solo il 14% degli italiani sceglie bottiglie che costano almeno cinque euro - contribuisce la congiuntura economica difficile, che aumenta l'attenzione del consumatore alla spesa e rende più difficile spostare la soglia di prezzo minimo verso l'alto. Oggi questa soglia minima di qualità si aggira in media sui 6,4 euro, anche se buona parte degli acquirenti (il 40%) indica una cifra addirittura inferiore ai cinque euro. I dati emergono da una indagine realizzata da Eurisko sui consumatori di vino rosso di qualità (400 intervistati), presentata ieri al convegno su "Vino di qualità fra culto e mercato", organizzato a Firenze dal Consorzio del Chianti Classico Gallo Nero in occasione dell'anteprima dell'annata 2002. L'indagine ha messo in luce la convinzione, diffusa anche nella fascia di consumatori più propensa a spendere, che per trovare un vino di qualità non sia necessario investire grandi cifre. Al massimo, ma solo in occasioni speciali e per una bottiglia davvero eccellente, il prezzo massimo che si è disposti a pagare sale a 30 euro. In ogni caso, il fattore prezzo è visto come una spia della qualità del vino: se costa di più è buono, pensa il consumatore, poco propenso a valutare innanzitutto la qualità. L'Italia, secondo l'indagine, è il Paese in cui si spende meno per il consumo di vino di qualità: la cifra media è 4,3 euro a bottiglia, in linea con la spesa francese per il vino di tutti i giorni. «Lo sviluppo del mercato della viticoltura di qualità in Italia è ancora allo stato embrionale - dice Emanuela Stucchi Prinetti, presidente del Consorzio Gallo Nero - in contrasto con l'immagine costruita nell'ultimo decennio. Ci attende ancora molta strada per allineare i nostri consumi alla media europea».

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