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Il Sole 24 Ore

Arriva la «Tremonti» dei vigneti: l’Agenzia delle Entrate accoglie la richiesta dell’Uiv sulle agevolazioni fiscali ... I viticoltori italiani
avranno una leva in più
per rilanciare la carta degli
investimenti. L’Agenzia delle
Entrate ha dato il via
all’applicazione delle agevolazioni
fiscali della Tremonti-
bis (legge 383/2001) anche
agli investimenti nel vigneto.
Saranno detassate le
risorse investite per la realizzazione
di nuovi impianti o
nel riammodernamento di
quelli esistenti.
Saranno quindi detraibili
(fino al 50%) gli investimenti
effettuati nel «sopra suolo» vitato nei cinque anni
precedenti il 2001 (anno di
approvazione della Tremonti-
bis). «Per il momento -
spiega il consigliere delegato
dell’Uiv, Davide Gaeta
- sono escluse le spese effettuate
nel 2002, perché la
legge è scaduta e si è ora in
attesa di una riapprovazione.
Nel momento in cui sarà
nuovamente varata saranno
detraibili anche gli investimenti
effettuati nel 2001».
La misura riguarderà le
aziende tassate in base al
reddito d’impresa. Un numero
in crescita all’interno
del settore vitivinicolo.
«Le società di capitali sono
in aumento - dice il ancora
consigliere delegato
dell’Uiv - soprattutto perché
il nostro è un business
complesso, per il quale occorrono
strutture che vanno
oltre le dimensioni della
media azienda agricola.
D’altro canto produciamo
un bene trasformato e non
una commodity».
La decisione dell’Agenzia
delle Entrate adesso darà
nuova linfa agli investimenti
in un settore che, di
recente, ha già mostrato di
saper cogliere le opportunità.
Basti pensare all’enorme
successo che ha avuto
in Italia il confinanziamento
comunitario per la ristrutturazione
e riconversione
degli impianti: oltre
100 milioni di euro l’anno
totalmente utilizzati dai viticoltori
italiani. «Una misura
tenuta in debito conto
dall’estensione della Tremonti-
bis - aggiunge Gaeta
- Infatti è previsto
che saranno detraibili le
risorse impiegate al netto
dei contributi ricevuti».
La novità è rilevante non
solo sotto il profilo fiscale e
come incentivo agli investimenti:
per la prima volta
infatti il vigneto non viene
più considerato solo un bene
fondiario ma come vero
e proprio bene strumentale
dell’impresa.
«L’impatto di questa risoluzione
è di vasta portata
- spiega il presidente
dell’Unione italiana vini,
Ezio Rivella - sia per l’immediato
riflesso sullo sviluppo
del settore sia, in prospettiva,
per una ridefinizione
del modello contabile-fiscale
dell’impresa vitivinicola.
L’estensione anche ai
vigneti delle opportunità di
detassazione degli investimenti
rappresenta un motore
di sviluppo per l’economia
del comparto, specie in
un momento, come quello
attuale, che richiede un’intensa
attività di riorganizzazione
del patrimonio viticolo
aziendale».
La richiesta fatta propria
dall’Uiv era stata avanzata
nei mesi scorsi anche
dall’imprenditore, Gianni
Zonin. «Erano ormai anni
- conclude Gaeta - che
tutta la filiera chiedeva di
essere equiparata sotto il
profilo della detassazione
degli investimenti agli altri
settori. Il problema più generale
da affrontare è infatti
quello di un recupero di
competitività da parte delle
aziende italiane rispetto a
quelle dei Paesi emergenti
che possono contare su costi
di manodopera di gran
lunga inferiori». (arretrato de "Il Sole 24 Ore" del 15 febbraio 2002)

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