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Il Sole 24 Ore

Partirà in estate il restyling delle norme sui vini Doc ... Se il prosciutto di Parma e il Grana padano sono riusciti a far valere le loro buone ragioni davanti alla Corte di Giustizia, che ha riconosciuto l'obbligo del confezionamento in zona, i confini dell'imbottigliamento dei vini Doc sono ancora ballerini. La normativa non è chiara, così ci pensano i Tar, il Consiglio di Stato e anche alcuni provvedimenti ad hoc del ministero a decidere di volta in volta se blindare o meno il travaso dalle botti alla bottiglia. Questa volta però a differenza del prosciutto e del formaggio Dop, la battaglia non si gioca su un tavolo Ue ma su un terreno tutto italiano. Dopo le ondate di ricorsi fra imbottigliatori e produttori come il Frascati Doc, il Chianti Classico e più recentemente il Soave, il ministero per le Politiche agricole ha avviato l'iter per mettere a punto un decreto che regoli in maniera definitiva l'imbottigliamento in zona. Una questione rilanciata proprio ieri da Confagricoltura secondo la quale «Oltre al confezionamento di una Dop, anche l'imbottigliamento di un vino deve rispettare le logiche di qualità e di tradizione locali, nell'interesse dei consumatori e a tutela dell'impegno dei produttori». Ma il cammino per chiudere il cerchio e recepire quanto stabilito negli ultimi anni dai tribunali amministrativi è ancora in salita per le divisioni all'interno della filiera. L'ultima bozza del decreto prevede che l'obbligo di imbottigliamento in zona Doc scatta su richiesta di almeno il 66% dei produttori, contro il 75% iniziale. «Un livello di consenso - spiegano in Coldiretti - che sarà difficile da raggiungere per diverse Doc. Non si tratta di un passaggio da poco, considerato che attualmente la legge 164/92 prevede che per una qualsiasi modifica del disciplinare di produzione basta il 20% dei produttori». Anche gli imbottigliatori hanno le loro critiche. Secondo l'Unione italiana vini «non sono sufficientemente tutelati i diritti acquisiti degli imbottigliatori storici fuori zona d'origine che, dopo anni di attività, si vedrebbero tagliati fuori». Ma quello dell'imbottigliamento è solo un aspetto del più complesso restylng normativo delle Doc. La revisione della legge - la cui proposta è attesa entro l'estate - è stata proprio ieri al centro di un convegno di Unioncamere a Casal Monferrato (Alessandria). «Abbiamo voluto ricordare – ha detto ieri il vicesegretario generale di Unioncamere, Ugo Girardi – che le Camere di commercio vantano un'esperienza quarantennale in materia di controlli sulle Doc e Docg. Una potenzialità che non andrebbe sottovalutata, soprattutto se la revisione normativa va nel senso di una semplificazione». «La riforma – ha sottolineato il sottosegretario alle Politiche agricole, Teresio Delfino – risponde alla necessità di ridisegnare la materia dopo la modifica del titolo V della Costituzione e i nuovi compiti delle Regioni. Tuttavia, credo che, d'intesa con le amministrazioni regionali, valuteremo il coinvolgimento del sistema camerale. Ritengo che occorra da una parte mantenere il requisito della terzietà dei controlli, dall'altra incentivare l'autotutela dei Consorzi».

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