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Il Sole 24 Ore

Rocca delle Macie investe nei vigneti della Maremma - Dalla Toscana alla Puglia, terra del Primitivo e del Castel del Monte. Nuovi vini arrivano in casa di Rocca delle Macie, l’azienda di Castellina in Chianti della famiglia Zingarelli, la stessa che negli anni Sessanta e Settanta ha prodotto la fortunata serie di film interpretati da Bud Spencer e Terence Hill. Il presidente Sergio Zingarelli ha infatti portato a termini tre distinte operazioni (un’acquisizione di 67 ettari a Scansano, in Maremma, e due accordi commerciali di distribuzione con altrettanti produttori di Montalcino e Manduria) che vanno così a irrobustire il già ricco e variegato dossier enologico d ella casa toscana. Che nel 2002 ha prodotto 4,6 milioni di bottiglie con ricavi pari a 24,5 milioni di euro, in recita del 6,5% rispetto ai 23 milioni dell’anno prima e con l’export che ha superato il tetto del 60%. Nel darne notizia, Zingarelli ha fatto capire che altre novità sono in arrivo, sia con acquisizioni dirette sia attraverso accordi di partnership distributiva con produttori di altre regioni. E’ un fatto che l’azienda chiantigiana nata appena 30 anni fa, dopo aver raggiunto una dimensione ottimale in termini produttivi diretti (oggi conta 230 ettari di vigneti, tutti in Toscana, ha giocato la carta delle alleanze commerciali. “In questo modo – dice Zingarelli – siamo riusciti a diversificare notevolmente la nostra offerta, con proposte che sono l’espressione non solo della Toscana, ma delle terre da vino più rappresentative dell’Italia. Abbiamo già stipulato accordi con Mosnel in Francia, La Rivolta nel Beneventano, Villa Vescovile in Trentino. A queste si aggiungono ora i vini delle Tenute Comunali di Montalcino e del Consorzio Produttori di Manduria in Puglia”. E a proposito di Puglia, non si sbaglia nell’osservare che si tratta della terra da vino del Mezzogiorno (dopo il fenomeno Sicilia, iniziato molto prima) che in questo momento sembra essere la più gettonata da parte degli imprenditori del Nord che vanno a investire nel Sud. O, come ha fatto Rocca delle Macie, andando a stipulare intese con aziende locali. Nel caso del Consorzio di Manduria si è in presenza di una realtà fatta di piccoli produttori tra i quali figura un prete, don Menotti Schiavoni, che nel lontano 1891 fu l’artefice della prima etichetta che certifica la nascita del Primitivo. Senza ombra di dubbio, uno dei più grandi vini rossi d’Italia.

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