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Il Sole 24 Ore

Il fatturato Gancia sale a 90 milioni: la casa degli spumanti diversifica nei vini rossi ... Un progetto vino in casa Gancia, azienda storica dello spumante italiano. È quello che la quinta generazione di questa famiglia piemontese, i fratelli Lamberto e Massimiliano e il cugino Edoardo Vallarino Gancia ormai saldamente in sella all'azienda, hanno deciso di portare avanti con la nuova azienda: le Tenute dei Vallarino. Così, dopo avere monitorato e pesato varie opportunità, la sfida ha preso il via proprio dal Piemonte dove sono state già acquistate due aziende agricole per una quarantina di ettari: Bricco Asinari di San Marzano Oliveto e Tenuta Ragazzi di Casorzo. Ma non c'è solo il Piemonte. L'obiettivo - dicono i tre giovani Gancia - è di potere «allargare gradualmente l'ambito di questo nuovo impegno», magari attuando laddove possibile «accordi di joint venture, come quello che da tempo abbiamo in Puglia con la vinicola Rivera della famiglia De Corato di Andria: 2 milioni di bottiglie e 5,5 milioni di euro di fatturato». Sull'enorme portone d'ingresso della più antica azienda di Canelli, nell'Astigiano, la scritta a caratteri cubitali è la stessa che 138 anni fa fece mettere Carlo Gancia, l'autore che firmò il primo spumante made in Italy. Era il 1865 e da allora tutto è cambiato negli usi e costumi del Paese, ma il prodotto che permise a Gancia di diventare subito marchio e aprire una nuova via nel mondo dell'enologia è tuttora lo spumante, con tutte le variazioni sul tema che nel frattempo si sono succedute nella flûte di tumultuose "bollicine", aromatiche o secche che siano. Nuovi prodotti, dunque, compreso il vino voluto dai Gancia della quinta generazione, cui spettano le strategieda seguiore di quello che è uno dei pochi gruppi del settore rimasto saldamente nelle mani della famiglia fondatrice (tutti e tre amministratori delegati della Holding presieduta da Lorenzo Vallarino Gancia), mentre la gestione della società operativa è affidata a manager esterni (a.d. è Giuseppe Bottero). E proprio ieri il consiglio di amministrazione della Fratelli Gancia ha approvato il bilancio 2002 chiuso con vendite pari a 17 milioni di bottiglie di spumante, ricavi pari a 90 milioni (+9%) e un risultato operativo di un milione, al netto di investimenti tecnici per 6 milioni di euro. Sarà dunque per questa forte coesione di interessi e unanime voglia di fare che i giovani Gancia hanno deciso di giocare la carta vinicola. «Che per la verità non è del tutto nuovo per noi - puntualizzano a Canelli - avendo il nostro avo Camillo avuto all'inizio del '900 la proprietà dei vini Mirafiori, poi ceduta ad altri operatori. Ora si riprende, con un pregetto che gli stessi interessati definiscono di «lungo respiro e nel quale crediamo di potere cogliere ottime opportunità». Si comincia il prossimo autunno con il lancio di tre vini rossi (due Barbera, doc e superiore, e un Monferrato); poi, a mano a mano che i nuovi vigneti verranno a produzione, si affiancheranno altri prodotti ottenute da uve sia autoctone che di tipo internazionale. L'obiettivo è arrivare a regime a 250mila bottiglie. Intanto a Santo Stefano Belbo, a pochi chilometri da Canelli, accanto alla Locanda Gancia fervono i lavori per la nuova cantina destinata solo e unicamente alla lavorazione e affinamento dei vini. Proprio a ribadire che vino e spumante sono due cose da vivere per proprio conto.

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