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Il Sole 24 Ore

Un solo consorzio di Chianti Classico ... Un solo consorzio per il Chianti classico e un solo marchio per tutti i produttori della denominazione. La proposta, elaborata da un gruppo di aziende, porterebbe alla trasformazione del "Gallo Nero" in società di servizi e alla possibilità per i soci del "Classico" di utilizzare il simbolo storico che raffigura il galletto rampante. L'assemblea del Consorzio Chianti classico (600 associati con 7mila ettari e 700milioni di giro d'affari complessivo) s'è data un anno di tempo per decidere. A determinare il cambiamento è l'introduzione dell'erga omnes, cioè l'attribuzione al Consorzio del Chianti classico delle competenze in materia di controllo e di vigilanza sul territorio della denominazione: un passaggio che potrebbe far rientrare nel consorzio anche quei produttori che oggi non ci sono (come Antinori), ma che non tutti vedono di buon occhio. In particolare, gli associati del Gallo Nero vorrebbero tutelare gli investimenti e la valorizzazione del marchio realizzati in questi anni. Il dibattito è aperto e s'intreccia con quello per il rinnovo dei vertici dei due consorzi. Per il Gallo Nero (Emanuela Stucchi Prinetti ha deciso di non ricandidarsi) si fa il nome di Giovanni Ricasoli. Per il Chianti Classico, oltre al presidente uscente (Vittorio Pozzesi), sono in pole position Filippo Mazzei e Carlo Mascheroni. E proprio all'ombra di questa elezione sta montando la polemica nei confronti dei sei produttori (tra cui Mazzei e Ricasoli) che nei mesi scorsi hanno deciso di lanciare il progetto per un Chianti di qualità superiore (vedere Il Sole 24 Ore del 12 aprile). C'è chi ha visto una trasgressione alle regole del disciplinare. Ma Francesco Ricasoli, presidente della Barone Ricasoli, butta acqua sul fuoco: «È una tempesta in un bicchiere d'acqua - dice - abbiamo solo pensato di fare un grande vino nell'ambito della denominazione, un progetto aperto a chiunque nell'ottica di valorizzare il Chianti classico». L'iniziativa, però, non è piaciuta a tutti.

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