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Il Sole 24 Ore

Eno-appassionati, quando il gusto è wine-trainer. Apre domenica a Torino il Salone dedicato al vino ... Ormai tutti gridano al boom del vino, inteso come "consumo di qualità" (le statistiche indicano infatti un crollo della quantità e oggi la media trilussiana è di 49 litri pro capite), come ricerca di conoscenza e cultura. Un grido, fino ad ora, spannometrico perché dati veri e propri non esistevano.

Il wine trainer. Ebbene la lacuna è stata colmata. Ci ha pensato il dinamico Osservatorio permanente del Salone del vino di Torino in prossimità della Fiera che si terrà dal 16 al 19. E proprio in seguito ai risultati della ricerca, il Salone domenica prossima aprirà per la prima volta i battenti del Lingotto a una figura finora sconosciuta: gli eno-appassionati (wine trainer) ovvero i gastronauti. A prima vista questo "consumatore" può apparire privo d’importanza commerciale, ma solo un bevitore colto e informato. Invece l’esercito dei 6,5 milioni che emergono dai dati dell’Osservatorio sono diventati un vero e proprio quarto canale distributivo alternativo del vino che vale intorno a un sesto del mercato, ma soprattutto si affianca alle enoteche/wine bar, alla ristorazione e alla grande distribuzione.

La fotografia. Circa la metà dell’universo oggetto dello studio consuma vino. Per la maggior parte si tratta di consumo abituale, tutti i giorni della settimana, essenzialmente durante i pasti. Ma ecco il profilo degli amanti del vino di qualità: consumatori informati che si possono dividere in due categorie, i consumatori attivi e i veri e propri eno-appassionati. Quest’ultimo è in prevalenza maschio, ha da 30 anni in su, reddito medio alto e livello di istruzione elevato, riesiede prevalentemente nelle regioni del Nord e del Centro. E c’è un aspetto emergente: la crescita dell’interesse delle donne per il vino; addirittura è lei che nella coppia determina gli stili di consumo.

Le preferenze. L’eno-appassionato ha una preferenza spiccata per i vini rossi (58%) con tre vini da salvare: Chianti Classico, Brunello di Montalcino (22%) e Barolo (12% per ambedue i rossi da grande invecchiamento). I bianchi però sono in grande risalita: uno su tre li ha riscoperti indicando tre regioni di provenienza, Friuli Venezia Giulia, Alto Adige e Trentino. L’eno-appassionato si fida abbastanza del consiglio delle guide, ma sta affinando il gusto per la ricerca e dedica molto tempo libero a visite in cantine e territori vocati. Questa impostazione lo porta ad acquistare direttamente dai produttori (ecco perché sono il quarto canale) destinando non meno di 15 euro a bottiglia; in alternativa acquista all’enoteca-wine bar che rimane il suo primo consulente, ma con acquisti mirati. Una nuova tendenza emerge chiara e netta: la nascita di enoclub, pool di appassionati che diventano piccole centralid’acquisto che si avvalgono della consulenza di esperti per rifornirsi dei vini preferiti.

I comportamenti. Molto marcata è inoltre la forchetta dei comportamenti. Mentre solo due persone su dieci sono meticolose nell’abbinamento cibo-vino, tra gli eno-appassionati la percentuale sale oltre il 50 per cento. Divario anche nell’utilizzo della carta dei vini: l’87% contro il 46 per cento. I consumatori attivi scelgono vino, lo assaggiano, lo consigliano agli amici, ne discutono con percentuali fra il 7-8%, mentre i wine trainer lo scelgono personalmente nel 30% dei casi, lo assaggiano per il 29%, lo consigliano agli amici per il 25% e discutono di vini per il 37%.

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