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Il Sole 24 Ore

Made in Italy - Cinque mosse contro i falsi. Diventano operative le misure del Governo per la tutela dei prodotti italiani. Tra le novità annunciate da Marzano il marchio di qualità e la consulenza per le imprese all’estero ... Un piano in cinque mosse per combattere la contraffazione: etichetta con indicazione d’origine del prodotto, marchio di qualità del made in Italy, avvio di una campagna informativa sui falsi, istituzione del comitato anticontraffazione e degli uffici di consulenza legale per le imprese all’estero. A presentarlo è stato ieri il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, rendendo operative alcune misure previste dalla Finanziaria 2004. Contemporaneamente, anche il vice ministro per il Commercio estero, Adolfo Urso, intervenendo al convegno della Cna, ha annunciato che è in dirittura d’arrivo il provvedimento comunitario sul "made in Ue": l’ipotesi che dovrebbe passare, ha detto Urso, è quella che prevede l’obbligo nell’export di apporre il marchio made in Ue, con la facoltà di imprimere quello del Paese produttore. Si stanno concretizzando, quindi, una serie di iniziative che dovrebbero tutelare i prodotti di qualità del nostro Paese. Il problema della contraffazione è tale che richiede un impegno importante del Governo: il mercato dei prodotti falsi, ha detto Marzano, in Italia fattura tra i 3 e i 5 miliardi di euro, causando una perdita di posti di lavoro che negli ultimi dieci anni può essere quantificata in 40mila unità. Inoltre la contraffazione causa una perdita di introiti fiscali pari all’8,24% del gettito Irpef e del 21,3% del gettito Iva. Un giro d’affari che nel decennio passato è cresciuto del 1.300%, portando l’Italia al primo posto in Europa e al terzo posto nella contraffazione mondiale, dopo la Cina e la Corea. «I prodotti italiani sono apprezzati nel mondo per la qualità, quindi la contraffazione finisce per colpire la stessa competitività delle nostre imprese», ha detto Marzano, nella conferenza stampa di ieri. Nel provvedimento del Governo, ha spiegato il ministro, sono previste sanzioni, anche penali, con i casi di etichettatura falsa o fallace; è stato varato il regolamento che istituisce un marchio collettivo, l’Uomo vitruviano di Leonardo, per i prodotti italiani di particolare qualità: il ministero ne concede l’uso alle aziende che ne faranno richiesta; partirà una campagna di comunicazione anche sui quotidiani per dare corrette informazioni sulla contraffazione. Inoltre il decreto interministeriale istituisce il Comitato nazionale anticontraffazione composto dalle amministrazioni che operano nel settore per monitorare i fenomeni e contrastarli, mentre all’estero nasceranno gli uffici di consulenza legale per assistere le imprese nella registrazione dei brevetti e nelle iniziative legali. «Mi rallegro che il ministro abbia firmato finalmente il decreto sull’etichettatura che ho predisposto nei mesi scorsi», ha detto Urso, in un comunicato, sottolineando di non condividere però le modifiche apportate ai testi originari del Dipartimento per l’internazionalizzazione. In particolare, l’idea di utilizzare il fondo per l’assistenza legale alle imprese per il Comitato anticontraffazione, che non avrebbe dovuto avere oneri per lo Stato. Quanto agli uffici di consulenza legale, Urso ha aggiunto che i primi sei nasceranno a Pechino Shangai, Seul, San Paolo del Brasile, New York e Monaco. Anche sulla nascita di un nuovo marchio di qualità il vice ministro è perplesso. «L’unico vero marchio percepito nel mondo è e deve restare il made in Italy».

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