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Il Sole 24 Ore

Botti e "caratelli" in leasing ... Dopo il vigneto, la botte la cantina e il marchio d’impresa: il leasing finanziario arriva al cuore del sistema vino. Con l’imprenditore che non deve più sbattere la testa a destra e a manca alla ricerca di capitali per dare carburante al successo dei proprie vini. A trovare i finanziamenti giusti per acquistare botti e cantine ora ci pensa SelmaBipiemme, l’istituto specializzato nei contratti di leasing industriali e immobiliare e che da alcuni ha allargato l’orizzonte anche al settore agricolo, in particolare quello vitivinicolo dove i costi iniziali sono indubbiamente molto elevati. «L’azienda agricola, alla pari di altre imprese - dice Renato Kobau, amministratore delegato di SelmaBipiemme - per partire ha bisogno di notevoli capitali. Grazie ai contratti di leasing che abbiamo studiato e applicato inizialmente per l’acquisto di vigneti, e che ora abbiamo esteso ad altri asset fondamentali per l’avviamento della cantina, l’imprenditore si trova nella condizione di destinare le proprie risorse a tutte le altre attività che caratterizzano la gestione di una cantina». Con queste nuove opportunità l’investimento si presenta sotto una nuova luce, vale a dire con maggiori chance di scorporo della gestione, nonchè con un’analisi a corto raggio dei costi e ricavi e, quindi, una programmazione a più lungo termine degli impegni finanziari da ammortizzare. Insomma l’azienda agricola (o viticola) viene considerata per quella che giustamente è, un’impresa. Dove «il fattore preponderante non è più solo il valore del fondo o l’attività che vi si svolge, ma tutta l’organizzazione dell’impresa stessa». Le novità proposte dall’istituto controllato dalla Mediobanca e partecipata da Banca Popolare di Milano riguardano l’acquisto della cantina, con estinzione del contratto in almeno 8 anni; l’acquisto di "caratelli", che costituiscono uno strumento costoso ma essenziale per il processo di maturazione del vino: in questo caso la durata del contratto è pari alla metà del tempo necessario per affinare il prodotto. A questi due contratti che riguardano beni materiali, e che si affinacano a quello sui vigneti, SelmaBipiemme ne propone uno relaitvo al marchio d’impresa, vale a dire un prodotto che la casistica generale considera bene immateriale ma che la banca milanese ha equiparato «bene strumentale».

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