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Il Sole 24 Ore

Parte la sfida del MiWine: lunedì a Milano apre il nuovo salone internazionale dedicato al vino ... Lunedì prossimo a Milano apre "MiWine", la prima esposizione professionale del vino e dei distillati in calendario fino al mercoledì 16. Promotrice dell’iniziativa è la società Sifa costituita ad hoc un anno fa da Fiera di Milano (51%) e dall’Unione italiana vini (49%) e presieduta da Ezio Rivella e da Piergiacomo Ferrari come amministratore delegato. La fiera, che avrà cadenza biennale, è riservata esclusivamente agli operatori. Gli espositori annunciati sono 1.200 provenienti da ogni regione d’Italia, ma vi sono anche diversi nomi di case e marchi internazionali; 25.000 i visitatori professionisti attesi, tra cui centinaia di buyer e diverse decine di giornalisti di testate e televisioni estere. Si tratta di numeri importanti che, per essere la prima volta, se non sono da record poco ci manca. Il che suggerisce che, almeno sulla carta, la prima sfida - quella dei numeri - è stata vinta. Resta da capire se la nuova fiera del vino - che si affianca a un più che consolidato VinItaly di Verona e al Salone del vino di Torino - è quella che serviva al mercato. Per questo sarà sufficiente vedere quanto accadrà in queste tre giornate. Si sa che in programma ci sono numerosi appuntamenti del tipo "one to one" tra operatori, di "verticali" a inviti per esperti e buyer, ai quali verrà data l’opportunità di visitare successivamente le aziende con le quali si intendono instaurare rapporti di affari. A questo proposito l’a.d. Ferrari, per evitare fraintendimenti con gli espositori, sottolinea il fatto che «la scelta è fatta dai buyer». Per quanto l’esposizione sia destinata agli operatori, MiWine in realtà non sarà un evento chiuso. Anzi, nelle intenzioni degli organizzatori la nuova fiera milenese dovrà essere un’occasione per mettere in piena evidenza il forte legame che c’è tra il vino e la moda, il business di questa bevanda con la cultura del Paese, ma anche - con MiWine Emotions - un’opportunità per degustare sotto la guida di esperti quanto di meglio ci sia nell’enologia italiana. Dunque, tutto è pronto per questo evento che si preannuncia molto mediatico e che vede alleati il più importante polo fieristico nazionale con una delle più rappresentative organizzazioni professionali del settore vinicolo. È chiaro che non basta questo a fare grande e duratura una fiera. Oltre tutto l’appuntamento capita anche in un momento in cui la concorrenza internazionale, e quella di nuovi Paesi vignaioli in particolare, ha mostrato di avere grandi capacità produttive e un’aggressività mercantile di grande impatto. Dunque un mercato che, tra consumi interni stazionari e un export in flessione, sta vivendo una stagione sotto tono. Certamente diversa da quella di quindici anni fa, quando vignaioli e imprenditori cominciarono a reclamare a gran voce una fiera del vino fortemente professionale, ma anche diversa rispetto a due-tre anni fa, quando il mercato vinicolo era al massimo dell’euforia e del successo. I responsabili di MiWine queste cose le conoscono bene, e da professionisti quali sono hanno proseguito per la strada intrapresa senza tentennamenti di sorta. Il loro è un grosso investimento in risorse umane e capitali, e non è detto che il ritorno debba essere immediato. D’altra parte il successo del vino si misura alla distanza.

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