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Il Sole 24 Ore

Parte bene la vendemmia 2004: stimato un aumento del raccolto del 10%, ma preoccupano umidità e grandine ... La vendemmia è tornata ai tempi regolamentari, ma la persistente aria umida sulla penisola tiene sulla graticola i vignaioli. Rispetto all’anno scorso, caratterizzato da caldo intenso e secco, al punto da anticipare di una quindicina di giorni la vendemmia, quest’anno la maturazione delle uve ritarda, o meglio, torna regolare. Ma quest’anno «è l’umido che bisogna temere - avvertono gli agronomi - poiché le frequenti e insistenti piogge possono dare adito a muffe». Un buon motivo che ha suggerito le organizzazioni professionali a una maggiore cautela nel fare anticipazioni sulla vendemmia 2004. Che secondo una prima proiezione, elaborata da Ismea-Uiv, potrebbe oscillare tra 49 e 50 milioni di ettolitri, cioè più abbondante dell’10% rispetto al 2003.

Intanto dalla Sicilia, regione più calda rispetto al resto d’Italia, arrivano notizie confortanti sullo stato di salute della materia prima. La tradizionale vendemmia notturna a Donnafugata di Contessa Entellina, iniziata il 16 agosto, ha dato risposte molto positive. «Le uve - dice il titolare Giacomo Rallo - sono sane e presentano un ottimo equilibrio tra zuccheri e acidità, sono poi molto ricche di aromi». Ma Marco De Bartoli avverte che «difficilmente arriveremo ad avere punte di eccellenza, a causa dell’aria umida che continua a esserci». Di sicuro, avverte Diego Cusumano, dell’omonima azienda, «non sarà un’annata generosa per quantità. Chardonnay e rossi internazionali potrebbero avere un calo del 10%, a causa dello stress accumulato con la siccità del 2003, mentre gli autoctoni dovrebbero confermati i valori dell’anno passato». Qualche problema si registra in Puglia, regione maggiormente soggetta in questi mesi alle bizze del meteo. «Siamo mediamente 20 giorni in ritardo, ma il problema di quest’anno si chiama peronospora, soprattutto per quelle aree del Salento dove è piovuto di più», avverte Biagio Stragapede, presidente della cantina Grifo di Ruvo. E aggiunge: «Questo significa intensificare i trattamenti di solfato di rame e calce, il che comporta costi ulteriori rispetto al solito». Situazione sotto controllo nell’avellinese, risparmiato dalle intense piogge. «I bianchi sono a buon punto, anche se mancano una decina di giorni alla maturazione - dichiara Lucio Mastroberardino di Terredora - ma potremmo arrivare ad avere un aumento delle quantità del 10 per cento». Buone notizie dalle Marche, dove Massimo Bernetti della Umani Ronchi, già pregusta per il 2004 «un eccellente Verdicchio, accompagnato da un rosso Montepulciano che, se la stagione tiene, potrebbe essere di ottima levatura, anche se qualche spavento l’abbiamo preso con la grandine a macchia di leopardo di fine luglio». Alla Marchesi de’ Frescobaldi fanno sapere che «i vigneti hanno avuto un ottimo sviluppo e gli acini dei grappoli sono in condizione ottimale». Lo spauracchio delle grandinate colpisce un po’ tutto il Nord, a cominciare dal Piemonte. Ne sa qualcosa Aldo Vaira di Barolo, che racconta di quella «traditrice», abbattutasi poco prima di Ferragosto, colpendo alcuni appezzamenti di Barolo e distruggendoli anche del 70 per cento. Un motivo che spinge i produttori di Franciacorta a restare molto abbottonati sulle previsioni, anche se per il momento, assicurano alla Barone Pizzini, alla Mosnel e alla Contaldi Castaldi - dove la vendemmia è iniziata ieri - le uve si presentano bene e sono sane, con un ottimo potenziale finale. Insomma si prevede una buonissima annata. Esattamente come la pensa Giancarlo Polegato della Gioiosa e Villa Sandi di Treviso, secondo il quale «tutto lascia capire che quest’anno avremo un grande Prosecco, e non saranno da meno i Pinot e gli Chardonnay. È consigliabile, però, aspettare ancora qualche giorno. Per certo ci sarà una maggiore produzione, che varia dall’8 al 15% a seconda del prodotto. E questo dovrebbe permettere un maggiore contenimento dei prezzi». Maggiore produzione che Sandro Boscaini della Masi di Verona ha già dato disposizione di eliminare. «Sì, quest’anno - dice - il nostro problema è la superproduzione, che naturalmente ridurremo procedendo al diradamento dei grappoli. Solo così riusciremo a rispettare gli standard elevati di qualità dei nostri vini».

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