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Il Sole 24 Ore

La crisi del vino taglia anche i prezzi dell’uva. Sul mercato pesano gli stock invenduti, ribassi fino al 50% ... Le belle giornate di settembre sono oro colato per la vendemmia, tornata ai tempi regolamentari. E grazie al buono stato di salute delle uve, i più propendono per un’annata di vini di qualità superiore. Ci voleva, dopo un paio d’anni di eccellenze al lumicino. Quello che però il sole non può dare è una carica di fiducia al mercato, che invece accusa una domanda interna svogliata e sente sul collo il fiato dei concorrenti esteri: due fattori che, con la maggiore produzione prevista quest’anno (intorno a 50 milioni di ettolitri secondo Uiv e Assoenologi), non giovano al settore, appesantito dal vino "vecchio" invenduto, stimato tra il 30/35 per cento. Un livello da "stato di crisi". Questo spiega perché, con la vendemmia che sta entrando nel vivo, molte cantine abbiano necessità di alleggerirsi, generando così una spinta al ribasso dei listini, che in alcune aree si traduce in vero e proprio tracollo. Tra queste la Toscana, dove si arriva addirittura a una perdita del 50% per il Chianti e il Chianti classico. Da non credere per una regione considerata il fiore all’occhiello dell’enologia made in Italy. E invece «la situazione è davvero delicata», riconosce onestamente Jacopo Biondi Santi, secondo il quale «non poche responsabilità sono proprio dei produttori, soprattutto di quanti si sono avvicinati al vino credendo erroneamente di stare nel paese di Bengodi». Se questo è lo stato dell’arte, va da sé che l’effetto sui prezzi delle uve è dirompente, con partite di Sangiovese Docg scambiate a 150 euro il quintale, contro i 300 di un anno fa. «Che ci sia un calo lo ritengo credibile, ma non mi chieda di quanto, perché non lo so: noi lavoriamo solo le nostre uve - dichiara Francesco Mazzei di Castello di Fonterutoli - Però è anche vero che, in virtù della giusta remunerazione, le produzioni di maggiore qualità manterranno comunque i propri valori». Tagli più contenuti, intorno al 10/15% si hanno in Emilia Romagna, dove le uve di Sangiovese passano di mano a 55/70 euro il quintale. «Un contenimento che non si verifica per l’Albana Docg, per il quale - spiega Umberto Cesàri - i produttori hanno fatto prevalere la logica del diradamento in vigna, abbassando la resa per ettaro da 140 a 110 quintali. Con beneficio e della qualità e del prezzo, rimasto invariato». Anche i produttori del Sud debbono fare i conti con questa situazione di criticità. È il caso delle uve di Montepulciano di Abruzzo, quotate mediamente un 10% in meno rispetto ai 6 euro l’ettogrado di un anno fa, mentre in Puglia si registrano tagli che sfiorano il 30 per cento. «Ma queste perdite -spiega Antolio Liantonio della Torrevento di Castel del Monte - colpiscono le uve di minore qualità, in particolare quelle che hanno subito attacchi di peronospera. Per contro la materia prima sana, e ce n’è un po’ dappertutto, i prezzi sono più rispettosi dei valori qualitativi che le uve esprimono». Non sfugge il Nord, con le uve precoci come lo Chardonnay che accusa piallature tra il 6 e il 7% in Franciacorta, mentre in Trentino la situazione è sotto controllo, anche se - spiega Fausto Campostrini della Cantina d’Isera - il messaggio che le cantine sociali danno ai viticoltori è quello di evitare attese al rialzo. Caso mai ci sarà qualche limatura». Ma se il fattore prezzo è una rogna, la vendemmia 2004 un regalo comunque lo ha già fatto. Un regalo che la vignaiola friulana doc Elda Felluga condensa in una battuta: «Le uve che abbiamo raccolto sono straordinarie. Quanto ai listini, dico solo che chi ha operato con equilibrio non deve preoccuparsi eccessivamente. I consumatori sono consapevoli di questo».

L'altalena (i prezzi all’ettolitro e all’origine rilevati in agosto per i 5 vini docg della Toscana)

Chianti Classico - nel 2003, 400 euro; nel 2004, 200

Brunello di Montalcino - nel 2003, 700 euro; nel 2004, 600

Nobile di Montepulciano - nel 2003, 400 euro; nel 2004, 300

Vernaccia di San Gimignano - nel 2003, 150 euro; nel 2004, 100

Chianti - nel 2003, 200 euro; nel 2004, 100

Fonte: Winenews e Camera di Commercio di Siena

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