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Il Sole 24 Ore

Agroindustria - In affanno l'Italia del vino. Euro e nuovi concorrenti pesano sull'export
Parte la vendita di novello con 17,8 milioni di bottiglie ... Il vino australiano allunga il passo sul mercato Usa. A farne le spese sono l'Italia e la Francia che appaiono ancora in affanno. Secondo quanto risulta all'Iw&fI di New York, i vini del nuovo mondo continuano la loro marcia aggressiva negli Usa, chiudendo il bilancio dell'export dei primi 8 mesi dell'anno con una performance superiore al +22%, con il dato assoluto che si è portato oltre la soglia di 1,2 milioni di ettolitri. Mai prima d'ora l'Australia aveva esportato tanto vino. A fronte di questa crescita, che da quasi un anno a questa parte sembra inarrestabile e peraltro è fatta con tassi esponenziali, per i vini italiani la situa zione sembra volgere in difficoltà, avendo totalizzato "appena" 1,16 milioni di ettolitri, con una perdita secca del 9,6% rispetto a 1,3 milioni dello stesso periodo dell'anno passato. Ancora peggio ha fatto la Francia, che ha accusato un ennesimo crollo del 12,6 per cento.Per l'Italia (e la Francia), che non più tardi di tre mesi fa ha dovuto cedere proprio agli australiani la leadership di primo Paese fornitore di vino in Usa, l'idea di pensare a un forte recupero si fa sempre più problematico. E questo per due semplici ragioni: l'euro sempre più forte, che da solo basta e avanza, e vuoi perchè le misure di promozione annunciate di recente dal Governo non sono ancora diventate operative, nè si conosce quando lo diventeranno, nonostante tutta la buona volontà dell'Ice e di BuonItalia, l'organismo nato appositamente per dare spinta alle esportazioni del made in Italy alimentare.In questo contesto una notizia buona comunque c'è. Tale almeno è lo sblocco di una situazione che da tempo di fatto impediva ai produttori di vini da tavola italiani di accedere alla distillazione facoltativa. Fatta in momenti di eccedenze, la distillazione permette di alleggerire le posizioni, creando le condizioni per rimettere in modo il mercato. Il via libera è arrivato da Bruxelles a conclusione di una vendemmia che in tutta Europa è risultata assai più generosa di quelle che erano le attese della vigilia (in Italia si parla di 54 milioni, in aumento di oltre il 15% sull'anno prima). E arriva appena in tempo per fare recuperare ai produttori italiani il terreno che si rischiava di perdere a favore della Spagna che, con sollecitudine rispetto agli altri Paesi partner, si era candidata a utilizzare un monte distillazione pari a 8 milioni di ettolitri, su un totale Ue di 11 milioni. A questo punto i giochi dovrebbero riaprirsi, tanto più che il prezzo di questa distillazione è allineato a quello di mercato (circa 2,5 euro per ettogrado). Non accadeva dal dopo metanolo, il che lascia intendere la portata della crisi in atto. Crisi che comunque non impedisce ai vignaioli di guardare avanti. Come appunto accade con l'operazione del vino novello che potrà essere degustato a partire da domani. Il via ufficiale verrà dal salone del Novello di Vicenza, dove le aziende produttrici si sono date appuntamento per presentare le produzioni dell'ultima vendemmia. E che, secondo i dati della rivista specializzata «Civiltà del bere», ha totalizzato un numero di bottiglie appena inferiore a quelle dello scorso anno (17,8 milioni), ma a quanto pare di qualità più buona.

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