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Il Sole 24 Ore

Salone del Vino - Le richieste dei consumatori
Calici di qualità e costi contenuti ... Più attenzione al rapporto qualitàprezzo, ovvero una maggiore propensione a privilegiare il prodotto vino che a parità di contenuto costi meno. E così i 4,8 euro che un anno fa gli italiani indicavano come il prezzo medio per cui erano disposti a pagare per avere una buona bottiglia di vino, oggi sono diventati meno (4,5 euro, con un calo del 6%), ma con metà della potenziale popolazione acquirente che indica una cifra ottimale vicina a 3 euro. Era inevitabile: la sbornia non poteva durare a lungo e i produttori che, sull'onda del successo del vino made in Italy, si erano fatti prendere la mano, ora dovranno fare il percorso inverso, apportando sconti se non proprio riduzione di prezzo alle proprie offerte.
In caso contrario, a convincerli ci penserà il consumatore, con le sue scelte ormai soggette sempre più dalla difficile congiuntura che colpisce inequivocabilmente ogni comparto. Compreso il vino. La conferma arriva da una ricerca promossa dal Csp (Centro studi Promotor) presentata ieri a Torino, in occasione dell'inaugurazione del Salone del vino in calendario al Lingotto fino a mercoledì 17.
Condotta su un campione di 500 consumatori e un centinaio di enoteche, la ricerca oltre ad appurare il fatto che metà degli intervistati tende a concentrarsi sulla fascia di prezzo più conveniente ha evidenziato pure come il consumatore stia cambiando anche il suo approccio all'acquisto. In sostanza si afferma un nuovo modello di spesa che privilegia acquisti più contenuti nei valori e più frequenti nel tempo. Il che - secondo i ricercatori - ha la sua ragione d'essere nel fatto che così facendo i consumatori sono nella condizione di maggiore «flessibilità ad adattarsi alle dinamiche del mercato». Flessibilità che il fornitore risponde con una politica di maggiori sconti e dilazioni di pagamento, e con le catene della Gdo che allargano le opportunità per fare campagne promozionali di vendita. E se questo rapporto qualità-prezzo dovesse venire meno?
Anche qui la risposta del consumatore è chiara: il 14% dichiara di essere disposto a ridurre il proprio consumo, il 10% non ha alcuna remora nell'optare per vini di minore qualità e di produttori senza blasone.

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