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Il Sole 24 Ore

Braccio di ferro tra le Regioni sui vitigni tipici ... Un accordo per evitare uno scontro tra regioni che farebbe male a tutta l'Italia del vino, con tanto di impegno dell'autorità governativa che promette di licenziare entro Natale il Ddl relativo alla riforma della legge 164/92 sulla tutela delle Denominazioni di origine.Lo scontro è quello che si sta profilando all'orizzonte per alcuni vitigni nobili e tipici di un territorio (autoctoni) che verrebbero trapiantati in altre aree geografiche del Paese. Il problema coinvolge un po' tutte le regioni, per questo al Salone del vino di Torino se n'è parlato con preoccupazione, con i produttori che hanno messo in evidenza i rischi cui si va incontro in assenza di disposizioni chiare in materia.Disposizioni che il Governatore del Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Illy, in un messaggio al ministero delle Politiche agricole, ha chiesto vengano adottate per fare sì che almeno in Italia si scoraggino atti di cannibalizzazione viticola tra regioni. A innescare la miccia è stata la Toscana che di recente ha autorizzato a piantare nella propria regione il Sagrantino, vale a dire un vitignovino di antica origine umbra che rischiava l'estinzione; l'impegno di vignaioli locali ha permesso di esaltarne le proprietà qualitative e di rilanciarlo con successo sul mercato.Il caso Sagrantino non è il solo. Molti altri vitigni autoctoni (dal Sangiovese al Nebbiolo, dal Barbera al Primitivo, dal Refosco al Nero d'Avola e centinaia di altri ancora) corrono il rischio di "scippo". Tanto più che nessuna disposizione di legge nazionale o internazionale che sia lo vieta, nè lo può vietare. Ma qualcosa si può comuque fare. «La ricchezza del vino italiano — dice Marco Caprai, artefice della rinascita del Sagrantino — poggia sui vitigni autoctoni. Se noi dessimo a questo patrimonio anche un valore culturale avremmo fatto un passo avanti in termini di tutela, cosa che non è possibile fare con l'attuale legge sulle Doc che non considera questo valore». D'altra parte gli stessi vignaioli toscani riconoscono l'importanza dell'origine. Sergio Zingarelli di Rocca delle Macìe, dice: «La mia azienda è conosciuta nel mondo per i vini che essa produce nel Chianti classico, non certo per quelli di altri territori che potrei fare. Mi pare quindi opportuno dare più forza a questo valore territoriale».Invito che il sottosegretario alle Politiche agricole, Teresio Delfino, coglie subito. Per dire che, dopo due anni di discussione, la bozza che riformerà la legge sulle Doc «sarà pronta entro questa settimana e che il relativo Ddl verrà presentato dal ministro Alemanno prima di Natale».

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