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Il Sole 24 Ore

Vino, la riforma delude il settore. Via libera del Governo al Ddl di riordino ... Via libera dal Consiglio dei ministri al disegno di legge con il quale il Governo propone di riscrivere la carta dei vini Doc. Si prepara così ad uscire di scena la legge 164/92, che ha avuto il merito di traghettare il settore dall'emergenza metanolo a un modello di qualità e di successo internazionale. Soddisfatto il ministro Alemanno, che parla di impulso «alla tutela e valorizzazione della produzione vitivinicola italiana». Ma sul testo licenziato ieri dal Governo emergono riserve da parte dei rappresentanti della filiera. Sono infatti molti gli aspetti della riforma per i quali il tempo delle scelte è rinviato all'esame parlamentare. Il primo obiettivo per ora mancato riguarda la forte domanda di semplificazione, sollecitata da tutti i produttori. Il testo del Ddl, infatti, si limita a definire le denominazioni d'origine come «patrimonio dell'ingegno» da inquadrare nell'ambito dei diritti di proprietà intellettuale come richiesto dalle regole Wto, mentre la “potatura” della selva di norme e codicilli è stata per ora rinviata. Nel decreto viene inoltre definita la competenza delle Regioni a promuovere nuove domande di riconoscimento Doc, mentre l'annosa questione dell'obbligo di imbottigliamento in zona, sulla quale la filiera è spaccata, è rimasta una semplice facoltà che può essere imposta solo se richiesta da almeno il 66% dei produttori dell'area Doc. Soprattutto resta in sospeso il «nodo» dei controlli. Il disegno di legge prevede il passaggio al regime della certificazione delle produzioni (come per gli altri prodotti alimentari a denominazione d'origine), ma non chiarisce a quali soggetti saranno affidati i relativi compiti.
La scelta dovrà essere compiuta dalle Regioni fra i Consorzi di tutela (interni alla filiera) o gli enti di certificazione (eterni); quindi fra soggetti privati (consorzi o enti terzi) o pubblici (come le Camere di commercio). Insomma una «griglia» di opzioni troppo ampia che neanche il prolungato dibattito di questi mesi è finora riuscito a chiarire. Insomma siamo solo all'inizio di un complesso lavoro di revisione delle regole di un settore che, proprio grazie alla spinta esercitata dalla vecchia legge 164, ha saputo risorgere dalle ceneri dello scandalo metanolo, scommettendo sulla qualità e vincendo la sfida sui mercati internazionali.

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