02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Mergermania anche nei liquori. Dopo l'ondata di fusioni nei settori della birra e del vino, anche i produttori di alcolici studiano alleanze. Le indiscrezioni sulle nozze tra i colossi Pernod e Allied Domecq movimentano i mercati Campari +2,1% ... Dopo la birra e il vino, si passa ai liquori: sale la gradazione alcolica nella «mergermania» che si è scatenata nel settore delle bevande, dove i maggiori operatori cercano di crescere per realizzare sinergie e acquisire maggiore potere contrattuale nei confronti della distribuzione. L'indiscrezione che ha movimentato ieri i mercati è quella di una possibile maxifusione tra la francese Pernod Ricard e la britannica Allied Domecq, i due colossi oggi superati solo dal leader mondiale Diageo.

Il gruppo transalpino produttore del whiskey Chivas Regal e del cognac Martell si sarebbe rivolto a JP Morgan e Morgan Stanley per preparare grandi acquisizioni: non sarebbe ancora in trattative concrete per rilevare Allied Domecq (che tra l'altro produce la vodka Stolichnaya e il rum Malibu), ma sarebbe questo il target preferenziale, in quanto caratterizzato da un azionariato diffuso.

L'ostacolo sarebbe il prezzo, visto che il titolo di Allied Domecq è salito del 75% negli ultimi 18 mesi e ieri ha guadagnato il 4,6% a 514,82 pence (quello di Pernod, dopo uno sbandamento, ha chiuso in rialzo delo 0,56% a 107,2 euro). Pernod è riuscito a ridurre l'indebitamento contratto in sede di acquisizione nel 2000 di una parte dei marchi Seagram (gran parte dei quali andarono a Diageo) al livello accettabile di 1,8 miliardi di euro, mentre Allied Domecq di recente è riuscita a migliorare le problematiche attività nel settore alimentare. Non mancano però preoccupazioni Antitrust per alcuni settori (ad esempio quello del cognac).
Gli investitori sembrano comunque intenzionati a cavalcare le prospettive del settore e hanno riversato acquisti anche sulle aziende alle spalle dei colossi mondiali, a partire dalla Campari, che ieri ha guadagnato a Piazza Affari il 2,11% a 46,94 euro, tra volumi di scambi consistenti. Campari, sesto gruppo mondiale, controllato a maggioranza dalla famiglia Garavoglia e collocato in Borsa nel luglio 2001 a 31 euro per azione, è reduce da una serie di acquisizioni di media entità, ultima quella della Barbero 1891 che le ha consentito di acquisire il marchio Aperol. A fine anno il gruppo Fidelity ha più che raddoppiato la sua partecipazione poco al di sopra del 5%. La capitalizzazione di Campari è di circa 6-7 volte inferiore a quella dei colossi francesi e britannici.

Secondo gli analisti di Dresdner Kleinwort Wasserstein una fusione tra Pernod e Alied Domecq non accadrà per tutto il 2005 ma rappresenta una prospettiva concreta sul lungo termine. L'anno scorso Pernod aveva cercato invano di rilevare la società scozzese di whiskey Glenmorangie, che fu acquisita dal gruppo francese del lusso Lvmh. I recenti sviluppi nel settore delle bevande evidenziano sia accordi amichevoli sia takeover ostili. I l terzo gruppo birrario americano, Adolph Coors, ha approvato il mese scorso la fusione da 3,4 miliardi di dollari con la canadese Molson, ma in Australia è in corso un'Offerta ostile da 2,8 miliardi di dollari della Forster's Group sul produttore di vini Southcorp. che creerebbe il secondo gruppo mondiale nei vini alle spalle di Constellation Brands (che ha acquisiti recentemente Robert Mondavi).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su