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Il Sole 24 Ore

Oltre al vino può render bene l’allevamento. Mps, Generali, Bankitalia, Fon-Sai, Ras: gli istituzionali puntano sull’agricoltura ... Storicamente tra i grandi investitori agricoli ci sono sempre state banche e assicurazioni. E’ il caso per esempio di Bankitalia con Bonifiche Ferraresi, di Ras con Agricola San Felice o di Fon-Sai con Sai Agricola (4400 ettari di cui oltre 600 a vino e 740 a riso). Se soprattutto nelle banche, certe proprietà sono state acquisite per effetto di prestiti non onorati, in altri settori c’è chi ha puntato e continua a credere in questo asset. E’ il caso delle Generali con Genagricola, la maggiore società agricola per dimensione in Italia con 10 mila ettari di terreni coltivati. L’investimento complessivo è pari a 130 milioni di euro con un rendimento netto totale del 5% circa (comprese un reddito da conduzione pari al 2%, più la rivalutazione del capitale). Inoltre, si sta estendendo all’estero l’attività, in particolare in Romania dove sono in formazione due aziende agricole per complessivi 5 mila ettari di terreno (3.500 sono già stati acquistati), parte in pianura e parte in zona collinare, terreni vocati alla viticoltura ma anche, una volta bonificati, a grano, orzo, mais, barbabietola, soia e forse in un futuro gli ortaggi.

“Operiamo nei diversi settori (dalla viticoltura all’allevamento dalla frutticoltura all’orticultura) con 26 aziende ad alta specializzazione, flessibili e molto integrate tra loro, che cercano valore aggiunto dalla produzione alla trasformazione e alla commercializzazione – spiega Giuseppe Perissinotto, entrato in azienda nel 1948 e oggi presidente di Genagricola. Le origini risalgono al 1851 con l’acquisto di Ca’ Corniani, in provincia di Venezia, primo esempio di bonifica privata in Italia e che vide l’impegno delle Generali sul fronte sociale. Ma poi negli anni ci fu un interesse a rimanere nel settore per vendere polizze agli agricoltori. “L’impulso in termini di espansione c’è stato però negli anni ’80 - aggiunge Perissinotto - con acquisti di terreni in Emilia, Lazio, Calabria, Friuli e Veneto, mentre successamene gli investimenti sono stati finalizzati alla meccanizzazione, all’inserimento di tecnologia per far fronte ai cambiamenti avvenuti nel settore.
L’espansione di strade e paesi riduce lo spazio per i terreni agricoli “ e se i “buoni terreni” nella maggioranza dei casi restano tali - conclude Perissinotto - trovarne di nuovi non è facile. A minare la redditività intervengono, poi, fattori come cambiamenti climatici, la globalizzazione dei mercati che fa arrivare da noi beni a prezzi decisamente inferiori e che da qualche anno non risparmia neppure il vino e poi certe colture vantano più d altro anche per effetto di modo. Per esempio l’allevamento delle bufale da latte di recente si è rivelato molto proficuo”.

Sull’allevamento di bestiame, in particolare Chinina, ha puntato già dagli anni ’60 anche Mps, mediante la Mps Tenimenti, che in Toscana a Castelnuovo Berardenga nel cuore del Chianti (Fattorie Chigi Saracini, Poggio Bonelli), ha proprietà per quasi mille ettari, in gran parte a vigneti (Chianti Classico) ma anche cereali, alberi da frutto, olivo e appunto allevamento.”Attività principale anche della Tenuta Marinella, 300 ettari sul fiume Magra - spiega Roberto Vivarelli, ad della società - dove, anche se è in atto un progetto di valorizzazione immobiliare (Marinella Spa sempre di Mps che dovrebbe dar luogo alla costituzione di un porto turistico), rimarrà un allevamento biologico”. Ma il fiore all’occhiello di Mps Tenimenti è la Tenuta Fontanafredda (fa l’80% del fatturato, pari a 40 milioni di euro nel 2004), in Piemonte nel cuore delle Langhe, 100 ettari di cui 70 a Barolo con annesso borgo antico e proprietà immobiliari.

“Fino a oggi abbiamo portato avanti una gestione molto prudenziale di quest’attività - aggiunge Vivarelli - anche se indubbio che abbiamo beneficiato di una forte rivalutazione. Ma il gruppo vuole dare un segnale di interesse per questo settore e con molta probabilità tornerà a investirvi. Ma difficilmente avverrà in Toscana: nelle zone del Brunello e del Nobile di Montepulciano i prezzi sono saliti molto e prevedo una contrazione dei prezzi”. La zona nella quale Mps potrebbe tornare a investire è ancora il Piemonte, sempre nelle Langhe dove sono già stati verificati terreni collinari che 20 anni fa erano vigne, poi trasformati in pascolo e che dunque vanno valorizzati con un ritorno sull’investimento dopo cinque/sei anni.

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