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Il Sole 24 Ore

I fratelli Antinori si ritrovano tra Toscana e Nuova Zelanda.
Piero e Lodovico tornano a produrre insieme dopo 28 anni di iniziative separate... Questione di stile. I più restii a parlarne sono proprio loro, ma qualcuno dell'entourage non esita a definire la presentazione della tenuta Campo di Sasso di Bibbona, 90 ettari in Maremma, la « storica ricomposizione della famiglia » .
L'occasione sarà la presentazione del progetto della nuova cantina affidata a Gilbert Bouvet e Gae Aulenti i cui lavori inizieranno a maggio e che sarà pronta nel 2007. Un investimento di 28 milioni di euro, fatto in coppia dai fratelli Piero e Lodovico Antinori, dopo ventotto anni che li hanno visti su fronti opposti con le loro aziende vinicole. Un ritorno alle origini, imprenditoriali, e una riunificazione della famiglia in una nuova avventura produttiva, nella familiare Toscana e nella remota Nuova Zelanda, dove con altri cinque milioni di investimento i due produrranno vini bianchi.
Due storie diverse dietro la riunificazione. Da un lato, Piero, con il gruppo di famiglia, la spa Marchesi Antinori che ha origini sin dal 1356, da quando « Giovanni di Piero Antinori fu iniziato all'Arte dei vinattieri » . Dall'altro, Lodovico con l'Ornellaia da lui stesso creata nel 1980.
Due mostri sacri dell'enologia made in Italy, con strutture e dimensioni differenti ma vini famosi, e costosi, venduti in tutto il mondo.
Ora che le etichette di Masseto, quelle dell'Ornellaia, da un paio d'anni non portano più la firma di Lodovico, motivi per restare divisi non ce n'erano più. E allora perchè non riprendere a fare vino insieme? Il tempo di guardarsi intorno ed ecco che da alcuni mesi Lodovico ha un nuovo cavallo su cui puntare per il futuro; oltretutto c'era da investire parte della ricca liquidazione ricavata da l'Ornellaia. L'occasione propizia è la disponibilità di una novantina di ettari di terre vergini poco a nord di Bolgheri, la stessa area del Sassicaia e de l'Ornellaia. Proprietaria di quelle terre è la famiglia Mannoni. Che però non intende vendere. Lodovico è troppo innammorato per rinunciare. Ci ripensa e così trova il modo di convincere i Mannoni a cedergli la terra: un contratto di affitto per 99 anni. Nello stesso tempo crea la Tenuta Campo di Sasso, di cui ha la maggioranza e chiama con sè altri due soci: i Mannoni e il fratello Piero. Ma anche a quel punto « il progetto era buono solo a metà » . Dice Lodovico Antinori: « Credo molto nel terroir di Bibbona e da artigiano del vino quale sono ritengo che queste siano terre per fare ottimi rossi » .
In effetti finora sui 50 ettari vitati sono stati piantati Cabernet Franc, Petit verdot e Merlot. « Ci mancava un bianco, un grande bianco — aggiunge il marchese Lodovico — e la scelta è caduta sulla Nuova Zelanda, che considero la terra promessa per fare il miglior Sauvignon bianco a livello mondiale » . In Nuova Zelanda la Campo di Sasso Ltd, con sede a Marlbourgh, non ha problemi di spazi. « Possiamo prendere tutta la terra che ci serve — dice Antinori —. Per ora abbiamo piantato una quindicina di ettari con un investimento di 5 milioni, ma via via cresceremo per arrivare a un obiettivo che consideriamo ottimale: 700mila bottiglie » .
In totale, quindi, un investimento di 33 milioni per dare inizio a quella che il marchese Lodovico definisce « una nuova impresa nella quale credo moltissimo, anche se so che non sarà facile ripetersi. Oggi il mercato del vino è diventato assai più complicato rispetto a quando cominciai con Ornellaia. Ci vorrà del tempo, ma sono molto fiducioso per le cose che faremo a Campo di Sasso » . Fratelli di vino.
Piero e Lodovico Antinori hanno investito insieme 33 milioni di euro per una tenuta in Toscana, dedicata ai rossi, e per un'altra in Nuova Zelanda, dove si produrranno vini bianchi. È il primo progetto realizzato insieme dopo ventotto anni.

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