02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

La denominazione spetta all'Ungheria. La Ue ha deciso: il Tocai non sarà più vino italiano ... Chi ama accompagnare un piatto di pesce con un buon bicchiere di Tocai dovrà abituarsi a ordinare una bottiglia di " Friulano" o comunque di vino con altra etichetta. La Corte di Giustizia europea ha infatti ribadito ieri che dal 31 marzo 2007 i viticoltori italiani dovranno rinunciare alla denominazione Tocai. Un impegno che discende dall'accordo del ' 93 tra Ue e Ungheria, per tutelare il Tokaj magiaro, che eredita il nome a differenza del vino friulano da una zona geografica. La Corte europea ha respinto il ricorso presentato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall'Agenzia regionale per lo sviluppo rurale contro l'applicazione nazionale del divieto previsto dall'accordo bilaterale. I giudici hanno osservato che le denominazioni " Tocai friulano" e " Tocai italico" non costituivano indicazioni geografiche, bensì il nome di una vite riconosciuta in Italia. Pertanto, in virtù delle norme sulla proprietà intellettuale della Wto (accordo Adpic), in caso di omonimia tra un'indicazione geografica e una denominazione che riprende il nome di un vitigno è la prima che deve prevalere. A questo punto le residue possibilità di salvaguardare il nome " Tocai" in Italia oltre il marzo 2007 sono affidate alla benevolenza del Governo ungherese, ovvero ai colloqui politici in corso su questo punto tra Roma e Budapest. La Commissione europea, dal canto suo, ha ribadito di ritenere la scadenza ultimativa. E la Corte ha pure stabilito che il divieto, non impedendo la commercializzazione del vino italiano, non costituisce una privazione della proprietà, ed è comunque giustificato dall'obiettivo di interesse generale di tutelare il consumatore. I giudici hanno poi ricordato che l'accordo Ue Ungheria ha previsto un adeguato periodo transitorio di 13 anni per sostituire le denominazioni " Tocai friulano" e " Tocai italico".
Poco importa che il nome italiano rimandi a un vino secco e che l'ungherese sia dolce e liquoroso. Né appare coerente da parte italiana, viste le aspre battaglie contro il Parmesan e le storpiature di prodotti italici nel mondo, appigliarsi alla differenza di grafia, che vede una " c" al posto di una " k" e una " i" invece della " j". D'altro canto, l'assessore all'agricoltura del Friuli Venezia Giulia, Enzo Marsilio, afferma che « la Regione è pronta ad andare avanti nella battaglia legale, perché è ridicolo adottare regole così rigide nella Ue e poi consentire che in Australia, Cile o California si produca un vino che si chiama tocai ». « È una decisione che danneggia in maniera pesante 1.400 produttori di vino del Friuli - gli fa eco Adriano Gigante, presidente di Federdoc, la federazione dei consorzi Doc dei vini del Friuli Venezia Giulia - e che impone un forte e immediato sostegno alla promozione del nuovo nome da dare al vino, " friulano", non solo da parte della Regione, ma anche del Governo italiano e della Ue » . Del resto, con un po' più di lungimiranza, sulla strada della promozione di un nuovo nome già si sono spinti i produttori francesi di Alsazia e Lorena che untempo producevano Tocai.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su