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Il Sole 24 Ore

La guerra delle bottiglie - Più vino in Usa ma l'Australia avanza con il taglio dei prezzi ... L'accelerazione dell'economia americana nel primo trimestre 2005 (+ 3,5%) ha avuto ricadute positive anche per le importazioni di vini, cresciute nello stesso periodo del 13,2% in quantità e dell' 11,8% in valore. Con l'Italia che ha aumentato l'export e consolidato la posizione di vertice tra i principali Paesi fornitori Usa, con una proiezione di arrivare a 900 milioni di dollari entro l'anno. Ma la forbice tra lo sviluppo quantitativo italiano pari al + 5% ( 442mila ettolitri) per un controvalore di 210,7 milioni di dollari (+ 9,5%), frutto dell'aumento dei prezzi medi delle bottiglie a 4,76 dollari rispetto a 4,57 di un anno fa, e la crescita dell'export australiano (+ 14,3%) ha ridato vigore ai secondi per un nuovo sorpasso sull'Italia.
Era infatti già accaduto a giugno 2004, che interruppe la leadership trentennale italiana, che comunque fu ristabilita in autunno. Questa volta, però, per come si stanno mettendo le cose c'è da credere che i vigniaioli del nuovissimo mondo non solo si stanno preparando per rifare il salto del canguro, ma una volta al top intendano restarci. Lo suggerisce il come i vignaioli aborigeni stanno agendo sulla leva dei propri listini, sicché i prossimi mesi potranno essere decisivi per la conquista del primato. Il monitoraggio dell'Italian wine & food institute di New York dice che nel trimestre in esame le spedizioni australiane in Usa sono aumentate del 14,3% a 434mila ettolitri, portandosi quindi a una incollatura dall'Italia. Per contro i valori medi delle loro bottiglie risultano essere stati compressi di un buon 8%, scendendo per la prima volta in valore assoluto sotto la soglia dei 4 dollari, per la precisione a 3,75 dollari la bottiglia. Il cut price australiano era per certi versi atteso, avendolo già visto praticare un anno fa in Germania), suscitando però la reazione ufficiale dell'Italia a Bruxelles che ravvide in quella politica una pratica di dumping. In Usa questo non era finora accaduto, per la semplice ragione che a fare la differenza ci pensava il super euro. È però un fatto che negli ultimi due anni, mentre gli australiani hanno mantenuto i loro valori originari intorno a 4 dollari, le bottiglie made in Italy hanno performato una crescita del + 27,2% rispetto ai 3,78 dollari di gennaio 2003 e a fronte di un + 21,3% della Francia ( da 6,82 a 8,27 dollari) e, appunto, il 8% degli australiani. Tutto ciò lascia intendere che questa estate sul mercato Usa si giocherà una grossa partita in nome del vino. Una partita in cui contendenti minori come il Cile e la Spagna faranno di tutto per inserirsi nella partita. Il Cile, infatti, sta già esportando con uno sconto di prezzo del 16%, mentre la Spagna è il Paese che nei primi tre mesi ha fatto l'incremento più consistente: + 25% a prezzi invariati. (arretrato de "Il Sole 24 Ore" del 29 maggio 2005)

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